Page 219 - Galileo. Scienziato e umanista.
P. 219

moto naturale «la velocità è proporzionale alla radice quadrata
                della distanza percorsa». Disegnando la velocità al variare della

                                                                                      79
                distanza otteniamo una parabola, non un triangolo . Di fatto, fu
                quando stavo giocando con le parabole che vidi la verità.

                    Alessandro:  Prima  di  arrivarci:  non  posso  fare  a  meno  di
                sottolineare  che  il  modo  in  cui  sei  arrivato  alla  regola  del  t               2

                dovrebbe  confortare  i  filosofi  che  ritengono  che  i  matematici

                non fanno che confondere la fisica. Guarda solo alla gamma di
                assunzioni contraddittorie che hai utilizzato per raggiungere il

                medesimo risultato: v   s, v   √s, v   t, la «velocità totale» è
                                          2
                proporzionale  a  s ,  il  moto  naturale  è  sia  accelerato  sia  non
                accelerato, e cosí via. Possono esserci mille assunzioni teoriche
                                                            2
                dalle quali segue la regola del t , e ognuna di queste assunzioni
                può comportare un differente meccanismo causale e quindi una
                fisica differente.

                    Galileo: E allora? Arriviamo prima a delle descrizioni esatte
                e poi ci preoccuperemo delle spiegazioni qualitative, se ancora

                le  vogliamo.  Nel  frattempo  possiamo  eliminare  molte
                possibilità,  proprio  come  la  misura  della  parallasse  ha  negato

                gran parte della fisica di Aristotele.
                    Alessandro: Sebbene in quel caso la misurazione è utilizzata

                in modo qualitativo, per mostrare se un oggetto sia piú vicino o

                piú lontano della Luna. I numeri precisi non contano.
                    Galileo: Ti dico quello che dissi anche a fra Paolo quando

                sollevò  simili  questioni  a  proposito  degli  esperimenti  e  delle
                cause.  Alla  conclusione  che  io  e  Guidobaldo  traemmo  dalla

                curva simmetrica egli obiettò che un oggetto sparato verso l’alto
                avrebbe  fatto  ritorno  al  punto  da  cui  era  stato  sparato  con  la

                medesima  velocità  iniziale  che  aveva  in  partenza,  ma  in
                direzione  opposta.  Osservò  che  una  freccia  che  poteva  forare

                una  tavola  se  scoccata  contro  di  essa  direttamente  e  a  breve
                distanza,  a  malapena  la  scheggiava  se  veniva  fatta  cadere

                dall’altezza  cui  l’avrebbe  lanciata  l’arco  se  l’avesse  scagliata
                verticalmente.  Risposi  che  non  possiamo  rimuovere  la
   214   215   216   217   218   219   220   221   222   223   224