Page 217 - Galileo. Scienziato e umanista.
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fatto io.
                    Alessandro: Il risultato – che le distanze percorse in caduta

                vanno  come  il  quadrato  dei  tempi  trascorsi  –  è  tonificante.
                Sembra però appoggiarsi alla derivazione di PMB, che è dubbia.

                Devi fare di meglio se vuoi persuadere i Sarpi e i Del Monte,
                per non parlare dei filosofi.

                    Galileo: Ho detto a Sarpi della regola dei quadrati dei tempi

                e  della  proposizione  carina  che  ne  consegue,  cioè  che  in  una
                caduta  libera  gli  spazi  percorsi  in  tempi  uguali  sono  come  i

                numeri dispari 1, 3, 5… Aveva già recepito idee simili a quelle
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                contenute  nel  De  motu  antiquiora .  Come  te,  voleva  un
                principio  migliore  di  PMB  e  TTM,  che  riteneva  costituissero
                due  pezzi  distinti,  come  la  mia  regola  dei  numeri  dispari.  Ho

                provato a vedere se ero all’altezza della sfida… e sono caduto di
                faccia.

                    Alessandro: Ah! Sei tornato al concetto di velocità-distanza.
                Non ti biasimo, è un’assunzione cosí naturale. Come abbiamo

                osservato prima, il senso del moto naturale è quello di superare
                una distanza o, meglio, di colmare una separazione, e la velocità

                misura l’efficacia con cui si procede a farlo.
                    Galileo: Ecco che cosa ho scritto a Sarpi: «Io suppongo (et

                forse potró dimostrarlo) che il grave cadente naturalmente vada

                continuamente accrescendo la sua velocità secondo che accresce
                la distanza dal termine onde si partí: […] che il grado di velocità

                nel punto [E] sia tanto maggiore che il grado di velocità in [D],
                                                                                         76
                quanto la distanza [EA] è maggiore della [DA] …»  (fig. 4.5).
                Poi dimostro che la somma di tutte le velocità con cui il corpo
                attraversa  AD  sta  alla  somma  con  cui  attraversa  AE  come
                                                                   2
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                ΔADH  sta  a  ΔAEI,  cioè  come  AD :AE ,  che,  ovviamente,  è
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                come dire DH :EI .
                    Alessandro: Non capisco che significato attribuire al concetto
                di «somma di tutte le velocità».

                    Galileo: La somma dei gradi, o momenti, di velocità – cioè
                di  tutte  le  linee  che  possono  essere  tracciate  parallelamente  a
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