Page 212 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Alessandro: Vedo Aristotele dietro a questa formulazione.
Egli ha sempre preso la velocità come misura principale del
moto, rispetto, per esempio, al tempo necessario per coprire una
particolare distanza. I matematici greci avevano dei problemi
con il concetto di velocità perché, come rapporto misto di
distanza e tempo, non aveva la dignità di una quantità euclidea.
A mio modo di vedere, non riuscirai mai a formulare una
dinamica soddisfacente del moto se non molli un po’ su queste
dimostrazioni greche. Per fare un solo esempio: il tuo concetto
di moto indifferente derivava dal rapporto v :v = k:h, dove h e k
h k
sono l’altezza e la lunghezza del medesimo piano inclinato; e da
questo tu avevi tratto la conclusione che su un piano di
inclinazione nulla un corpo sarebbe indifferente al moto. Ma in
questo caso v non è indifferente ma indefinito, poiché su un
k
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piano con inclinazione nulla k:h = 0:0 . Che mi dici?
Galileo: Ci devo pensare sopra. Nel frattempo continuerò a
raccontarti del mio imbarazzo per tutto il tempo in cui ho
continuato a ritenere corretta l’associazione, errata, della
velocità con la distanza. Me ne sono liberato soltanto negli
ultimi uno o due anni. La liberazione è arrivata con la scoperta
che la traiettoria di una palla da cannone è, di fatto, una
parabola. Guardandomi indietro posso capire di essere arrivato a