Page 211 - Galileo. Scienziato e umanista.
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conversazioni con Sarpi che mi resi conto che la velocità
violenta deve conservarsi per tutto il tempo, a meno della
perdita inevitabile necessaria per superare la resistenza dell’aria.
Vedi, ciò che ci aveva portato fuori strada era che andando
verso l’alto la pendenza della curva segue inizialmente la
direzione del lancio, piú o meno, nel tratto AB, mentre nel tratto
DE la pendenza è inversa rispetto alla precedente, come se
l’impeto stesse svanendo e non riuscisse piú a imporsi. Inoltre,
per essere sincero, ho parecchio esagerato la simmetria delle
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curve tracciate dalla palla tinta di inchiostro .
Alessandro: Molto spesso le figure traggono in inganno.
Sono troppo gentiluomo per sottolineare che le idee fuorvianti
della geometria possono essere rese innocue dall’astrazione
algebrica.
Galileo: Hai una qualche ragione su questo. Sono finito in
pasticcio tremendo con quello che sembrava un disegno del
tutto appropriato. Rappresentava la caduta da A a B (fig. 4.5) e
il pasticcio si è presentato quando ho supposto che nel corso
dell’accelerazione la velocità aumenta all’aumentare dello
spazio di caduta percorso. In termini geometrici, v :v =
C B
AC:AB, dove v e v sono i gradi di velocità acquisiti
C
B
percorrendo i tratti AC e AB. E dovrei aggiungere, a mia
parziale discolpa, che avevo anche in mente, in modo vago, che
la distanza da cui un martello può infilare completamente un
chiodo con un singolo colpo dipende dalla velocità del martello.
Figura 4.5.
Un diagramma utile ma fuorviante che rappresenta la velocità al variare della distanza
in una caduta libera.