Page 209 - Galileo. Scienziato e umanista.
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immediatamente e l’accelerazione entra in gioco al graduale
esaurirsi dell’impulso; nel secondo caso la gravità si manifesta
soltanto nel punto piú alto della salita, e l’accelerazione si rivela
attraverso l’azione della gravità. Ho iniziato a capire che un
impulso che va esaurendosi è qualcosa di insulso e che il moto
naturale è veramente accelerato nel momento in cui mi sono
reso conto che, almeno nei casi in cui il proiettile non è lanciato
in verticale, il moto naturale verso il basso inizia nel momento
stesso in cui l’oggetto – il sasso, la palla da cannone, la freccia –
è lasciato andare dall’agente.
Alessandro: Quando l’hai notato?
Galileo: Durante il mio primo viaggio da Pisa a Padova ho
trascorso alcuni giorni con Guidobaldo del Monte, un uomo
incredibilmente saggio e disponibile. Oltre a essere un buon
matematico, è stato anche ispettore delle fortificazioni per la
Toscana e si è dilettato con le traiettorie delle palle da cannone.
Per lui il problema di quando il moto naturale inizia ad agire in
situazioni in cui un proiettile viene sparato a vari angoli rispetto
all’orizzonte aveva un’importanza pratica. Ci è capitato di
parlarne mentre sorseggiavamo vino nel suo giardino, accanto a
una tettoia con il tetto inclinato. Può darsi che abbia accennato
al trucco di rallentare il moto naturale con l’aiuto di un piano
inclinato; forse è venuto in mente a entrambi nello stesso
momento che una palla fatta rotolare in salita lungo la tettoia
inclinata di un certo angolo rispetto all’orizzontale avrebbe
potuto simulare un colpo di cannone al rallentatore. Abbiamo
fatto l’esperimento utilizzando una palla tinta di inchiostro fatta
rotolare su un piano piú adatto di quello della tettoia. Lascia che
ti faccia un disegno, considerando un angolo α (fig. 4.4). Come
vedi, la palla ha tracciato una linea che assomiglia a una
parabola, un’iperbole o, come ci piaceva pensare, alla curva
formata da una catena fissata a due supporti molto distanti fra
loro, ma capovolta.