Page 203 - Galileo. Scienziato e umanista.
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che fosse importante mostrare che esperimenti e calcoli concreti
avessero preceduto le teorie su cui si fonda la fisica moderna; in
base alla sua interpretazione, il prototipo dello scienziato è
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costituito dall’uomo pratico, non dal filosofo . Per altri, la
conoscenza della via che conduce alla scoperta, con i suoi balzi
in avanti, indietro e di lato, riveste un interesse senza pari, tanto
nei suoi dettagli quanto nelle indicazioni che può fornire circa le
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modalità attraverso cui opera l’umana creatività . Altri ancora
sono interessati a conoscere in che modo le idee di Galileo
rimandano ai commentari ad Aristotele, alla geometria
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medievale e alla meccanica pratica : si tratta, in questo caso, di
un campo potenzialmente vastissimo, che viene però ristretto in
modo considerevole dal contenuto del De motu antiquiora di
Galileo, che costituí il contesto dei lavori da lui condotti nel
periodo da lui trascorso a Padova.
Negli anni padovani Galileo ebbe molti interlocutori che
svolsero il ruolo che era stato di Mazzoni a Pisa, facendo da
cassa armonica e da fonte di idee; cosa forse piú importante,
erano persone in grado di sollevare problemi. Uno degli
interlocutori, l’ormai defunto Moletti, comunicava attraverso i
propri manoscritti, che Galileo consultava nella biblioteca di
Pinelli: in essi avrebbe scoperto o confermato alcune delle idee
essenziali della propria meccanica, quali la composizione delle
velocità e il rallentamento della discesa lungo un piano
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inclinato . Anche i quaderni di Guidobaldo del Monte
contengono considerazioni che sono molto vicine a quelle che
Galileo avrebbe piú tardi pubblicato come proprie. Alcuni
storici le interpretano come resoconti di conversazioni tra
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Guidobaldo e Galileo : è però piú prudente attribuirle al
«gruppo di Galileo», un insieme di amici con cui egli discusse
una grande varietà di temi in modo libero e aperto, e
considerarle – come il gruppo stesso sembra aver fatto – come
una proprietà comune. Sarpi non fece mai il nome di Galileo nei
propri quaderni, né Galileo diede mai credito a Sarpi di alcuna