Page 171 - Galileo. Scienziato e umanista.
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parte su Firenze merita di essere creduta 160 .
Le autorità veneziane si resero conto facilmente che Pagnoni
aveva agito per ripicca, e che le sue accuse erano «leggierissime
et di nessun momento». Galileo era tenuto a insegnare
l’astrologia, e non c’era motivo perché non la praticasse; e
Pagnoni non era certamente stato in grado di mostrare che
Galileo avesse interpretato le natività in modo fatalistico 161 . La
vita privata di Galileo, poi, non interessava all’Inquisizione. La
debolezza delle accuse di Pagnoni è forse il loro aspetto piú
interessante: nonostante le amicizie compromettenti di Galileo
con Cremonini e con Sarpi, l’essere entrato precedentemente in
contatto con le interpretazioni averroistiche di Borro e di
Buonamici, la sua scuola di stranieri eretici e il suo stile di vita
dissoluto, Pagnoni non riuscí a trovare nulla di infamante da
dire sulle credenze religiose di Galileo. Questi aveva molti
amici e sostenitori nel clero e tra i laici vicini ai gesuiti;
detestava i veri libertini come Antonio Rocco, studente di
Cremonini, la cui licenziosa difesa dell’omosessualità –
L’Alcibiade fanciullo a scuola, la cui pubblicazione nel 1650
era stata certamente preceduta da una lunga meditazione –
insegna che Mosè inventò la storia di Sodoma per impedire agli
uomini di preferire i ragazzi alle donne divenute brutte dopo
aver vagato per 40 anni nel deserto 162 . Galileo apprezzava
l’umorismo a sfondo sessuale ma non la blasfemia.
Gli inquisitori non ebbero bisogno di essere imboccati da
Pagnoni per interrogare Cremonini, che era già stato fatto
oggetto della loro attenzione come corruttore di giovani e
propugnatore del dubbio. La si pensava in questi termini anche
al di fuori della polizia del pensiero: il padre di Sagredo riteneva
che Cremonini avesse diffuso l’ateismo, e discepoli come
Rocco avevano dato colore all’accusa; di tanto in tanto alcuni
suoi ex studenti saltavano fuori accusandolo di averli distolti
dalla retta via 163 . Nel 1604 uno dei suoi colleghi, Camillo
Belloni, professore di filosofia morale all’università e membro