Page 166 - Galileo. Scienziato e umanista.
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                cioè  la  soluzione  dell’equazione  x =  ab,  non  avrebbe  potuto
                essere  piú  semplice:  si  segnano  i  valori  di  √a  e  √b;  si  apre  il

                compasso in modo tale che a sia pari alla distanza trasversale tra
                i due punti che indicano √a; x è allora la linea che collega i due

                punti che corrispondono a √b (fig. 3.12). Poniamo di avere un
                numero Q di soldati da disporre in un rettangolo i cui lati sono

                in rapporto 5:3. Di quanti soldati deve essere largo, e di quanti

                lungo,  il  battaglione?  Galileo  ridusse  il  problema  a  quello  di
                                                                     2
                trovare il valore di x tale per cui 15x =Q. Nell’esempio da lui
                fornito, Q=4335, che Galileo arrotondò a 4300 e scrisse come
                43·100.  Quindi,  5x  =  50√(Q/100)·  √15  =  50√(43/15).  Il  lato

                frontale  del  battaglione,  pari  a  5x,  è  dunque  la  distanza
                trasversale tra i punti che indicano √43 quando il compasso è

                aperto  in  modo  tale  che  50  sia  la  distanza  tra  i  punti  che
                indicano √15. Il lato frontale è dunque formato da 85 soldati;

                con  30  anziché  50  trasversalmente,  il  fianco  del  battaglione
                conta 51 soldati e l’esercito 4335            150 .



                Figura 3.12.

                Il  compasso  aperto  per  calcolare x=√ab  usando  le  linee  «geometriche»  (indicanti  le
                radici quadrate).




























                    Si passa quindi alle «linee stereometriche», che indicavano le

                radici  cubiche  dei  numeri  interi  fino  a  148.  Le  operazioni
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