Page 168 - Galileo. Scienziato e umanista.
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fianco ai pirati dell’accademia. Nel 1603 Galileo venne a sapere
che un olandese, Jan Eutel Zieckmesser, andava in giro
dimostrando il funzionamento di un compasso simile al suo.
Galileo sfidò Zieckmesser a un duello sui rispettivi compassi, da
svolgersi nel palazzo dei Cornaro. I testimoni presenti si
trovarono d’accordo che da quasi tutti i punti di vista le due
armi erano state costruite indipendentemente, e decretarono un
pareggio 154 . Poi fu il caso di Capra: questo mascalzone aveva
avuto lezioni sull’uso del compasso dallo stesso Galileo, che
riteneva avesse la stoffa per diventare un buon astrologo, e
aveva ottenuto copie del manualetto di istruzioni e dello
strumento da Giacomo Alvise Cornaro, nella cui casa si erano
tenute le lezioni. Di lí a poco Capra si procurò anche
un’autorevole copia a stampa delle istruzioni: Galileo aveva
corso il rischio di pubblicarle per assicurarsi l’appoggio del
principe ereditario dei Medici, Cosimo, cui aveva dato lezioni
private sull’uso del compasso nell’estate del 1605, e a cui aveva
dedicato il manualetto di istruzioni e lo stesso strumento.
Minimizzò il rischio di un utilizzo non autorizzato
pubblicandone solo 60 copie, prive di illustrazioni, stampate
privatamente in casa propria. Ma queste precauzioni non
scoraggiarono Capra, che ristampò il libretto in una parafrasi
latina, con un disegno molto bello che illustrava l’utilizzo della
misura trasversale (fig. 3.10) 155 .
Con altrettanta sfrontatezza, il padre di Capra, un medico
ciarlatano, diede una copia del plagio a Cornaro. Avvertito da
quest’ultimo, Galileo raccolse le testimonianze di Sarpi,
Querenghi e altri, ai quali aveva mostrato le varie versioni del
compasso nel corso dei dieci anni precedenti, e si mise
d’accordo con Capra per interrogarlo di fronte alle autorità
accademiche sulla conoscenza dei principî alla base del
funzionamento del compasso. Povero Baldassarre! Non passò
l’esame: le autorità confiscarono il suo libro e lo buttarono fuori
dall’università 156 . La cosa non soddisfò Galileo, che ripubblicò