Page 174 - Galileo. Scienziato e umanista.
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maggiori  protagonisti  furono  uomini  di  fondamentale
                importanza  nella  storia  di  Galileo:  per  i  veneziani,  Fra  Paolo,

                recentemente  nominato  canonico  e  teologo  della  Repubblica;
                per i romani, il cardinale Bellarmino, ammiratore e consigliere

                di Paolo V, per lunghi anni professore di teologia controversa al
                collegio  dei  gesuiti  di  Roma.  Essi  incarnavano  chiaramente

                l’opposizione tra un ordine del mondo basato su una concezione

                fuori moda della cristianità e un disordine del mondo basato sul
                concetto  machiavellico  di  ragion  di  stato.  «Era  compito

                dell’interdetto,  insieme  alla  tendenza  crescente,  da  parte  degli
                Europei di quel periodo, di avere a che fare con rigidi assoluti,

                quello  di  classificare,  sistematizzare  e  alla  fin  fine  portare
                completamente  alla  luce  l’antitesi  tra  i  risultati  politici  e

                culturali  conseguiti  dal  Rinascimento  italiano  e  gli  ideali  del
                cattolicesimo             medioevale,             ora        rinvigoriti          dalla

                Controriforma»        169 .  Galileo  avrebbe  denunciato  tale  antitesi
                insistendo  sull’autorità  indipendente  della  propria  fisica

                matematica.
                    Fra gli eloquenti sostenitori dello Stato c’era Cremonini che,

                prendendo ancora una volta la parola a nome anche degli altri
                docenti, lodò il doge Donà per aver difeso la vera religione da

                chi  aveva  «osato  avvelenare  talora  la  Fede  alla  stessa

                sorgente»     170 .  Il  riferimento  di  Cremonini  all’inquinamento
                dell’acqua  pura  echeggiava  un Leitmotiv  delle  argomentazioni

                portate  avanti  da  Sarpi.  È  necessario  opporsi  al  papa
                nell’interesse  della  religione:  i  principi  consacrati  da  Dio

                avevano il diritto e il dovere di intervenire per salvare la Chiesa
                dall’errore  e  dalla  presunzione.  È  un’eresia,  ammoniva  fra

                Paolo, dichiarare necessaria per la fede una credenza che non lo
                è, e poi obbligare gli altri ad accettarla: tanto minore è il numero

                dei dogmi e dei gesuiti, tanto migliore sarà il sistema. Sarpi fece
                appello alla storia per mostrare che la Chiesa di Roma non era

                stata  fedele  ai  propri  fondatori         171 .  Bellarmino  replicò  facendo
                appello alla ponderosa storia della Chiesa cattolica, scritta dal
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