Page 175 - Galileo. Scienziato e umanista.
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suo caro amico cardinale Cesare Baronio, che sosteneva la tesi
                improbabile  che  la  Chiesa  non  era  cambiata  in  maniera

                significativa  dai  suoi  primissimi  giorni.  Negare  o  mettere  in
                dubbio  questa  storia,  scrisse  Bellarmino,  «può  essere  definito

                eresia in storia e temerarietà in teologia, poiché ripugna a tutte
                le  storie  e  ai  sacri  canoni».  Come  disse  Sarpi,  la  Roma  della

                Controtiforma vedeva eresie con troppa facilità; propose quindi

                una  parziale  difesa,  introducendo  nelle  università  lo  studio
                critico  della  storia;  e  mostrò  lui  stesso  la  via,  scrivendo  una

                storia poco lusinghiera del Concilio di Trento                 172 .
                    Paolo  ritirò  l’interdetto  nell’aprile  del  1607.  In  cambio,  i

                veneziani  non  cedettero  quasi  per  nulla  e  si  limitarono  a
                consegnare  i  due  clerici  criminali  il  cui  caso  aveva  scatenato

                tutta  la  questione:  vennero  inviati  al  re  di  Francia  perché  ne
                disponesse  come  meglio  avesse  ritenuto.  Le  leggi  contro

                l’alienazione della proprietà continuarono a rimanere sui libri.
                Presto, però, i dissidi sopiti dal bisogno di un’azione concertata

                contro  Roma  si  risvegliarono:  i  lucrativi  incarichi  papali
                abbindolarono i membri di prestigio della fazione Donà-Sarpi;

                altri  si  resero  conto  che  la  perdita  veloce  e  continua  di
                commercio  da  parte  di  Venezia  riduceva  la  sua  indipendenza

                d’azione  e  rendeva  necessaria  la  cooperazione  con  Roma                        173 .

                All’ammorbidirsi  della  resistenza  nei  confronti  di  Roma  si
                accompagnò  un  ritorno  ai  livelli  normali  dell’Inquisizione  e

                della  censura.  Nel  1609  Sarpi  si  lamentò  che  le  case  editrici
                veneziane non stampassero altro che libri di devozione e che gli

                agenti  papali  aprissero  la  sua  corrispondenza  quando  questa
                usciva dal territorio di Venezia           174 .

                    Il  5  ottobre  1607  cinque  assassini  tentarono  di  eliminare
                Sarpi.  Mancata  l’occasione,  vennero  costretti  dalla  folla  a

                rifugiarsi nella casa del nunzio pontificio – non prima però di
                aver lasciato uno dei pugnali conficcati nella faccia di fra Paolo:

                «Ben riconosco lo stilo romano», si dice abbia scherzato dopo
                che gli venne estratto. Ricevette l’attenzione sollecita di Donà e
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