Page 158 - Galileo. Scienziato e umanista.
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sensi, in tutti i sensi: dipendenza dalle cose materiali, fiducia
nelle impressioni sensoriali, ignoranza del bene e del vero 132 .
L’antro arioso apparteneva alle naiadi, una sorta di ninfe
acquatiche. Aveva un simbolismo complesso: un ingresso, verso
nord, accoglieva gli esseri umani; l’altro, rivolto a sud, soltanto
gli dèi. L’antro conteneva un reticolo di pietra e un alveare 133 .
Sembra che l’Accademia dei Ricovrati fosse un antro di naiadi
in cui Galileo e le ninfe sue compagne potessero essere curati
dalle loro malattie attraverso il duro lavoro e l’illuminazione
divina. Querenghi specificò la natura del duro lavoro che era
loro richiesto: inizia in una caverna piú celebre, quella della
Repubblica di Platone, dove le persone prigioniere dei propri
sensi percepiscono la realtà soltanto in maniera molto vaga,
attraverso l’ombra proiettata sulle pareti della caverna. La via
d’uscita inizia con l’aritmetica: «Non entri nessuno che non
conosca la geometria», si leggeva all’ingresso dell’Accademia
di Platone; «Non esca nessuno che non conosca la geometria»,
si leggeva all’uscita della caverna di Omero.
Galileo rimase attivo nell’Accademia dei Ricoverati per
alcuni anni, arrivando nel 1602 a ricoprire il ruolo di censore dei
libri che gli venivano sottoposti per ricevere l’imprimatur 134 .
Ma lui, Cremonini e altri seri intellettuali se ne allontanarono
quando i loro colleghi iniziarono a occuparsi delle questioni con
cui Galileo si era divertito durante i suoi anni sabbatici: qual è il
miglior modo per fare la corte a una ragazza? È possibile amare
piú di una donna allo stesso tempo? Il Rinaldo di Tasso è mosso
piú dall’amore o dall’onore 135 ? Galileo aveva cose piú serie da
fare nel tempo libero: lezioni private, vendita degli strumenti,
ricerca spasmodica. Uno degli spasmi riguardava il
magnetismo. Sembra sia stato Sarpi a iniziare: da esperto di
magnetismo e amico di eretici, lui era forse stato il primo lettore
italiano dello stimolante De magnete, opera di William Gilbert,
medico della regina Elisabetta I. Pubblicato a Londra nel 1600,
questo libro contiene la prima ricerca sistematica, condotta