Page 156 - Galileo. Scienziato e umanista.
P. 156
la vincita, che andò a costituire il nucleo di una biblioteca che
prese il nome di quello che era stato il suo vescovo,
sant’Ambrogio. L’Ambrosiana, celebre per le sue collezioni,
ospita tuttora la parte della biblioteca di Pinelli che sopravvisse
ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale 125 .
Quando il vecchio Pinelli morí, se ne presentò uno nuovo. Si
trattava di Antonio Querenghi, che era stato compagno di
università di Sarpi e aveva fatto ritorno nella nativa Padova nel
1597, come canonico della cattedrale. Nel frattempo aveva fatto
amicizia con il futuro Clemente VIII e con altri influenti prelati,
e aveva anche iniziato a mettere insieme una biblioteca. Era un
classicista, un poeta, un teologo e un matematico entusiasta;
come il suo buon amico Gualdo, poi, amava le battute e i
gesuiti: «monsignore è un gentiluomo amator della quiete e del
riposo, stima il letto per il quinto elemento, nemico dei
peripatetici; né pensa mai in altro che per ritrovar quell’arte di
Archimede di poter far andar una barca per terraferma, per poter
andar in gondola a suo piacere, anco per terra» 126 . Il circolo di
Pinelli divenne quello di Querenghi; ne facevano parte Gualdo,
Sarpi, Galileo e Pignoria 127 . La biblioteca di Querenghi non era
neppure metà di quella di Pinelli (3000 volumi contro 6500), ma
era piú ricca di testi sospetti: edizioni straniere, magia e
astrologia, con particolare attenzione verso le opere, edite o
manoscritte, del consumato astrologo Girolamo Cardano. Senza
dubbio conteneva anche una copia della bolla di Sisto V, del
1586, «contro l’astrologia giudiziaria e ogni altra sorta di
divinazione». Galileo avrebbe trovato nella biblioteca di
Querenghi tutto ciò che gli fosse servito per tracciare i temi
natali di Virginia e di Livia, compresi i commenti di Cardano al
Tetrabiblos di Tolomeo 128 .
Querenghi e i suoi amici si incontravano anche
all’Accademia dei Ricovrati, una società di dotti creata nel
1599. I suoi 26 membri fondatori elencavano i propri nomi in
ordine di merito, cosí come lo aveva determinato il principale