Page 138 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Io son gentil huomo Venetiano, né spesi mai nomi di litterato; portai ben

                      affetto e tenni sempre la protetione de’ litterati: né attendo avantaggiar le
                      mie  fortune,  acquistarmi  lodi  o  riputatione,  dalla  fama  della  intelligenza

                      della  filosofia  et  matematica,  ma  piú  tosto  dalla  integrità  et  buona
                      administratione de’ magistrati et nel governo della Republica, al quale nella

                      mia gioventú mi applicai, seguendo la consuetudine de’ miei maggiori […]
                      Versano i miei studii circa la cognitione di quelle cose, che come christiano

                      devo  a  Dio,  come  cittadino  alla  patria,  come  nobile  alla  mia  casa,  come
                      sotiabile  agli  amici,  et  come  galanthuomo  et  vero  filosofo  a  me  stesso.

                      Spendo il mio tempo in servire a Dio et alla patria, et essendo libero dalla
                      cura  famigliare  ne  consumo  buona  parte  nella  conversatione,  servitio  e

                      sodisfattione degli amici, e tutto il resto lo dedico alle commodità et gusti
                      miei; et se tal volta mi do alla speculatione delle scienze, non credi già V. S.

                      che io mi prosumi concorrere co’ professori di quelle, e tanto meno garrire

                      con loro, ma solo per ricreare il mio animo, indagando liberamente, sciolto
                      da ogni obligatione et affetto, la verità di alcuna propositione che sia di mio
                      gusto  71 .




                    Tra le cose in cui Sagredo si concesse di indulgere c’erano lo
                stuzzicare i gesuiti, il collezionare oggetti d’arte e le avventure
                con  le  donne.  La  sua  migliore  stuzzicata  fu  una  lunga

                corrispondenza con un gesuita durante la quale finse di essere

                una  vedova  colta  da  dubbi  teologici  e  con  una  fortuna  a
                disposizione.  Nel  collezionare  preferiva  «[le  pitture]  fresche,

                moderne, vaghe et naturali, sí che ingannino l’occhio, lasciando
                le affumicate, antiche, artificiose, malinconiche et originali a gli

                altri piú belli ingegni di me». Questo ci porta naturalmente al
                suo  «casino»,  un  bordello  privato  dove  una  signora  di

                carnagione mora accompagnava «un’altra persona bianchissima
                                 72
                di anni 18» . Sagredo amava il proprio vino quanto amava le
                proprie  donne,  e  si  diede  da  fare  per  entrambi:  per  il  vino,
                almeno,  si  procurò  il  migliore,  e  per  essere  sicuro  di

                tracannarselo          nelle      condizioni          ottimali       inventò        una
                                                                                     73
                combinazione di bicchiere da vino e termometro . La maggior
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