Page 119 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Giacomo Contarini, veneziano e patrono delle arti e delle
scienze, che di lí a poco sarebbe diventato soprintendente
dell’Arsenale dei Veneziani, e quello di un visitatore straniero,
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allievo di Tycho Brahe . La lezione inaugurava un corso su un
argomento non specificato. Negli anni successivi Galileo tenne
corsi basati su gruppi di testi, in sequenza: Euclide e la Sfera,
come a Pisa (1594-95); l’Almagesto di Tolomeo (astronomia
avanzata, 1595-96); di nuovo Euclide e la meccanica attribuita
ad Aristotele (1597-98); Euclide e la Sfera (1599-1600). Come a
Pisa, anche a Padova molti dei suoi studenti andavano da
Galileo per imparare l’astrologia di cui avrebbero avuto bisogno
per praticare la medicina. Galileo preparava anche oroscopi,
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alcuni per denaro, ma probabilmente non per cinico calcolo .
La politica di insegnare facendo riferimento a gruppi di testi
ci ricorda che l’intento che l’università si prefiggeva, nella
prima età moderna, era quello di disseminare della conoscenza,
non di crearne nuova. Se vuoi imparare la filosofia, aveva
suggerito Moletti, rivolgiti ad Aristotele; per la medicina, a
Galeno; per la geometria, a Euclide; per l’astronomia, a
Tolomeo e alla sua scuola.
Se dopo che l’huomo si sarà impadronito delle suddette vie, vorrà per
suo passatempo veder quello che gli altri n’han detto, questo si può fare da
chi è ocioso o da chi haverà da disputare o da leggere pubblicamente;
perché ciò non dee far uno che privatamente insegna, poi che non ha da far
altro se non d’imprimere nella mente del discipulo i buoni princípii delle
arti o delle scienze che egli insegna, né dee per conto alcuno venir impiendo
il capo de’ suoi discepoli di questioni che non vogliono dir nulla, né di varie
opinioni. Sí come a nostri dí a Venetia faceva un valent’huomo, […] in
modo che i suoi discepoli […] sapevano senza metodo e senza modo
disputare molte cose astronomiche e filosofiche a modo di pappagalli, che
chiamano le persone senza saper quello che vogliono dire 27 .
Gli statuti dell’università nel 1607 ponevano la questione in