Page 122 - Galileo. Scienziato e umanista.
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settima sfera; seguono poi Giove, Marte, il Sole, Venere,
Mercurio e, nel primo cielo, la nostra Luna. Perché il cosmo ha
la struttura di una cipolla? Interpretando Sacrobosco, Galileo
rispose come risponderebbe oggi un fisico portato a discutere
dei fondamentali: per simmetria! Perché l’universo dovrebbe
estendersi piú a est, piú in alto o piú in basso, che in qualunque
altra direzione? Non abbiamo bisogno di starci troppo a
pensare: vediamo le stelle muoversi in circolo; l’ombra circolare
della Terra sulla Luna; le cime degli alberi delle navi che in
mare risultano visibili prima delle loro basi; e cosí via: sono
tutte argomentazioni aristoteliche in favore di un universo a
cipolla. A queste Galileo aggiunse l’argomento caratteristico,
l’unico accompagnato da una figura nel testo, in base al quale
Archimede richiedeva che la superficie del mare, che si regge
da sola, poggi su una sfera il cui centro è nell’ombelico del
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mondo .
Come sappiamo che il centro della Terra coincide con questo
ombelico? Fra le varie ragioni Galileo offre «una molto bella
osservazione presa dalle ecclissi lunari»: durante queste
oscurazioni la Terra si trova tra il Sole e la Luna. La retta che li
unisce può guardare in qualunque direzione, come il diametro di
un cerchio, per cui «bisogna per necessità che confessiamo, la
terra ritrovarsi in diversi diametri, ma diversi diametri non
hanno di commune altro ch’il centro, né altro punto che il centro
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è in diversi diametri, adunque la terra in esso centro è situata» .
Che cosa rispose Galileo allo studente brillante che osservò che
se si applicasse il medesimo ragionamento a un’eclisse di Sole
si concluderebbe che è la Luna al centro? Non ci è dato sapere.
Si preoccupò però di correggere quei «molto grandi filosofi e
matematici» come Copernico, che misero la Terra in moto. Non
è infatti possibile alcun moto del genere: la Terra non si può
muovere per natura in linea retta, poiché per natura deve
muoversi verso il centro (una perfetta petitio principii, con cui
piú tardi avrebbe messo alla prova i peripatetici); né può girare