Page 120 - Galileo. Scienziato e umanista.
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modo piú stringato: «Tutti i docenti, a pena di perdere il proprio
                incarico, devono e sono tenuti a leggere, esporre chiaramente e

                spiegare i testi degli autori che sono tenuti a insegnare, de verbo
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                ad verbum, parola per parola» .
                    Il  sistema  aveva  un  vantaggio:  tutti  coloro  che  passavano
                attraverso  di  esso  conoscevano,  o  si  supponeva  che

                conoscessero,  le  stesse  cose.  E  tale  sistema  sopravvive  al

                meglio,  per  esempio,  nei  corsi  universitari  sulla  meccanica
                newtoniana e sull’ottica ondulatoria. Il neofita non può essere

                esposto a tutti gli arcani in una sola volta. Il sistema comporta
                una  specie  di  doppia  verità,  una  per  le  lezioni  e  una  per  il

                laboratorio  –  o,  nel  caso  dei  colleghi  di  Galileo,  per  le
                conversazioni  private  o  i  manoscritti  inediti.  La  doppia  verità

                può portare a posizioni sorprendenti: rimanendo rigorosamente
                fedele  alle  regole,  Cremonini  si  guadagnò  la  reputazione  di

                credere – come insegnava sulla base del De anima di Aristotele
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                –  che  l’anima  individuale  muoia  con  il  corpo .  Questa  era,
                almeno,  la  sua  verità  durante  i  corsi.  Fuori  dalle  lezioni,
                dominava la verità della Chiesa, e l’anima diventava immortale.

                Quale  verità  trionfa?  In  quale  delle  due  credeva  Cremonini?
                Nessuno lo sa. I gesuiti, l’Inquisizione e i libertini francesi in

                cerca di figure paterne ritennero che Cremonini fosse un eretico,

                poiché credeva – oltre a insegnare – che l’anima fosse mortale,
                il mondo eterno, Dio indifferente, e altre aberrazioni greche; e a

                conferma  di  ciò  portarono  il  suo  epitaffio  apocrifo,  Caesar
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                Cremoninus  hic  totus  jacet .  Ma  questi  ammiratori  non
                avevano accesso ai suoi manoscritti, in alcuni dei quali egli lottò
                per  dimostrare  l’immortalità  grazie  alla  pura  luce  della
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                ragione .  Quei  ficcanaso  degli  studiosi  moderni  accettano  la
                sua  difesa  contro  le  accuse  di  miscredenza  (egli  si  limitò  a

                insegnare le tesi di Aristotele), che tuttavia egli stesso demolí
                rifiutandosi di confutare i cattivi testi pagani a sua disposizione

                con  i  buoni  argomenti  cristiani  nei  suoi  libri,  che  non  erano
                soggetti  allo  statuto  sull’insegnamento.  Ma  credeva  a  queste
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