Page 126 - Galileo. Scienziato e umanista.
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Il trattamento che Galileo fece delle macchine semplici non
comportava alcuna doppia verità. Egli rimase fermo alla propria
versione della meccanica antica e medioevale cosí come era
stata appena ricostruita da Benedetti, Del Monte e Moletti. Due
dei loro lavori, Le mechaniche di Del Monte (1577, 1581) e il
Dialogo sulla meccanica di Moletti (1576) offrono confronti
istruttivi con il trattamento svolto da Galileo. (Sono importanti
anche alcuni punti delle Speculationes di Benedetti (1585), ma
dato che non vengono trattati in modo sistematico, ma nel corso
di correzioni di affermazioni di Aristotele, essi non costituivano
un modello bell’e pronto per Galileo). Del Monte, Moletti e
Galileo si basano tutti su un principio pseudoaristotelico: la
capacità di muovere è proporzionale alla velocità dell’agente.
Moletti chiarisce il principio e lo usa per derivare la legge della
bilancia, ricorrendo al sistema ruota-asse illustrato nella figura
3.4. Poiché sollevando il peso W lungo una distanza pari
all’arco AB la potenza P deve muoversi lungo una distanza pari
all’arco CD, velocità di P/velocità di W = arco CD/arco AB =
CO/AO. È semplice geometria. Si invochi ora il fondamentale
principio pseudoaristotelico, in base al quale il sistema è in
equilibrio se le velocità sono inversamente proporzionali ai pesi.