Page 128 - Galileo. Scienziato e umanista.
P. 128

sarebbe  stato  molto  duro  a  proposito  di  questo  modo  di
                esprimere  lo  sfruttamento  produttivo  delle  potenze  naturali.

                Moletti  incluse  la  teoria  de  motu  nella  meccanica  e  riuscí  a
                persuadersi  non  soltanto  che  tutti  gli  oggetti  cadono  con  la

                medesima accelerazione, a prescindere dalle loro dimensioni e
                dal  materiale  di  cui  sono  costituiti,  ma  anche  che  la  fisica

                aristotelica non poteva essere rappezzata in modo da dare conto

                di  questo  fatto.  Galileo  avrebbe  considerato  entrambe  le
                proposizioni  come  fondamentali  nella  propria  revisione  delle
                                                                          42
                idee sul moto che aveva sviluppato a Pisa .
                    Galileo utilizzò il principio pseudoaristotelico delle velocità

                per  muoversi  in  direzione  opposta  rispetto  a  Moletti:
                dall’equilibrio statico all’effetto dinamico. Osservando che era

                sufficiente aggiungere un peso leggerissimo per far pendere la
                bilancia  da  una  parte  o  dall’altra,  propose  di  ignorare

                completamente l’incremento e di porre la forza motrice pari al
                peso  da  essa  equilibrato.  Ne  seguiva  immediatamente  che  il

                sistema  ruota-asse,  una  volta  azionato,  soddisfa  la  relazione
                OC·P  =  OA·W.  Ora,  mentre  Moletti  sottolineò  la  maggiore

                velocità  di  P,  Galileo  richiamò  l’attenzione  sulla  maggiore
                lentezza di W. In effetti, P deve sollevare P volte il peso W/P.

                Gli studiosi di meccanica non si erano accorti (secondo Galileo)

                che la loro arte consente loro soltanto di suddividere i pesi in
                modo  virtuale  e  lavorare  con  loro  un  po’  alla  volta.

                L’affermazione che le macchine sono in grado di superare una
                maggiore  resistenza  grazie  a  una  forza  minore  non  è  solo

                                                     43
                sbagliata,  ma  fraudolenta .  Una  forza  minore  che  muova  un
                peso  maggiore  grazie  a  una  macchina  deve  agire  per  una

                maggiore  distanza  o  per  un  tempo  piú  lungo  di  una  forza  di
                intensità sufficiente a muovere tale peso direttamente: nessuna

                                                                 44
                macchina è piú scaltra della natura . Da questa considerazione
                Galileo  dedusse  una  spiegazione  del  bisogno  del  moto  nella

                percossa – spiegazione di cui rivendicò per sé la paternità, e che
                ritenne  fosse  la  prima  spiegazione  soddisfacente  che  ne  fosse
   123   124   125   126   127   128   129   130   131   132   133