Page 129 - Galileo. Scienziato e umanista.
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stata data. Il prodotto del peso di un ariete per la sua velocità è
pari al prodotto dell’oggetto colpito per la sua velocità: «quando
altrimente fosse, non pure saria assurdo, ma impossibile».
Sarebbe ritornato su questo tema nei suoi ultimi contributi alla
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fisica .
Come Moletti, anche Del Monte basò la propria teoria delle
macchine semplici sul principio «appreso […] da Aristotele, per
cui tutti i problemi di meccanica e tutti i teoremi di meccanica
sono riducibili alla [leva e quindi alla] ruota». Nel rendere
effettiva questa intuizione Del Monte seguí Archimede, sulle
cui imprese leggendarie si dilungò, e il proprio maestro
Commandino, «[i cui] commenti puzzavano della lampada di
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Archimede» . Con tanta ispirazione, Del Monte impiegò
cinquanta pagine ad analizzare le conseguenze di abbandonare
la condizione non fisica, adottata da Archimede e da Galileo, di
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considerare i bracci della bilancia come privi di peso . Del
Monte fece anche scalpore con il suo studio della puleggia e con
la sua estensione al paranco, mostrando come ridurli a una leva.
Nella figura 3.5 la puleggia in alto è fissata in F e ognuna delle
funi AC e GD sostiene metà di W – a patto di trascurare, come
Del Monte decise di fare, il peso delle funi e delle pulegge. Egli
osservò che D può essere considerato come fisso
(istantaneamente) e quindi come fulcro della leva CD, con forza
P e C e carico W in R. Ne segue che CD·P = DR·W = CD·W/2,
o P = W/2: il sistema consente a una forza di spostare un peso
doppio rispetto a quello cui essa corrisponde. Una terza
puleggia (fig. 3.6) fornisce un vantaggio meccanico di 3 o 4, a
seconda se sia fissata in alto oppure in basso. Il punto
maggiormente interessante, per Galileo, era forse il fatto che
Del Monte dimostrasse che la potenza deve spostarsi lungo una
distanza (W/P)s se il peso deve essere sollevato di un’altezza
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s .
Figura 3.5.