Page 114 - Galileo. Scienziato e umanista.
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colleghi.  Una  delle  sue  commedie  contro  un  professore  suo
                collega raggiunge i livelli della satira di Galileo contro la toga

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                in uso a Pisa . Cremonini era il genere di persona che Galileo
                amava  coltivarsi:  studioso  preciso,  logico  esperto,  intelligenza

                vivace, bon vivant.
                    Il  glorioso  «Bo»  –  il  soprannome  dell’università,  da  una

                locanda con il simbolo di un bue che sorgeva al suo posto – non

                era l’unico centro di conoscenza a Padova. Il locale collegio dei
                gesuiti  aveva  insegnato  grammatica  gratuitamente  per  piú  di

                quarant’anni  ai  ragazzi  delle  famiglie  patrizie  quando,  negli
                anni Ottanta del Cinquecento, decise di aprire al pubblico i suoi

                corsi  superiori.  I  patrizi  che  desideravano  che  i  propri  eredi
                imparassero la morale accanto alla matematica, e gratuitamente,

                lo  preferivano  all’università,  dove  i  giovani  mettevano  a
                repentaglio le proprie anime mentre imparavano qualcosa su di

                esse da Cremonini, e per di piú al prezzo di piú di 100 scudi
                all’anno.  Nell’estate  del  1591  alcuni  bovisti  pensarono  di

                sconfiggere i gesuiti invadendo l’aula in cui si faceva lezione al
                collegio della Compagnia di Gesú e spogliandosi fino alla nuda

                verità.  I  gesuiti  se  ne  lamentarono  attraverso  gli  opportuni
                canali: i Rettori,  piazzati a  Padova per  controllare la  condotta

                all’università,  e  i  Riformatori,  o  supervisori  generali

                dell’educazione,  che  avevano  il  loro  quartier  generale  a
                Venezia. Gli spogliarellisti ricevettero un’adeguata punizione e i

                gesuiti  continuarono  a  fare  concorrenza  all’università,  con  la
                falsa garanzia che le autorità li avrebbero difesi.

                    Avevano  però  fatto  i  conti  senza  Cremonini:  la  Facoltà  di
                Lettere designò il suo nuovo filosofo a rappresentarla di fronte

                ai  massimi  governanti  dello  Stato  veneziano,  il  Doge  e  il
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                Senato . Il discorso che Cremonini pronunciò nel dicembre del
                1591  fece  eco  in  tutta  Europa.  A  differenza  di  quanto  aveva
                detto  nel  proprio  discorso  inaugurale,  in  quell’occasione

                Cremonini descrisse l’università come un’istituzione in declino
                a  causa  di  una  «Legge  di  Gresham»  [«moneta  cattiva  scaccia
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