Page 36 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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termine ed ogni suo attributo è uno ed infinito. E dico Dio
«totalmente infinito», perché tutto lui è in tutto il mondo, ed
in ciascuna sua parte infinitamente e totalmente.
Per Bruno l’universo è dunque infinito, ma di un
ordine inferiore a quello di Dio: egli anticipa così in
qualche modo la distinzione fra infiniti scoperta da
Georg Cantor nel 1874. La differenza tra l’universo e
Dio starebbe nel fatto che ogni parte limitata del
primo è finita, mentre ogni parte limitata del
secondo è ancora infinita: l’esempio dei numeri
interi e dei numeri razionali mostra però che,
identificando le parti limitate con gli intervalli, le
due proprietà non implicano necessariamente
infiniti di ordini diversi. L’anticipazione è dunque
corretta nella sostanza, ma scorretta nella forma, pur
rimanendo un’ardita intuizione.
Sarà proprio la trilogia inglese alla quale abbiamo
accennato a condannare Bruno al destino nel quale
incappò poco dopo il suo rientro in Italia, a fine
estate del 1591. Da Francoforte, ultima tappa di una
peregrinazione europea di una dozzina d’anni, che lo
aveva portato fra l’altro a Ginevra, Parigi, Londra,
Wittenberg e Praga, egli si era infatti recato a Padova
per concorrere alla cattedra di matematica rimasta
vacante, e vi aveva tenuto alcune audizioni: senza
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