Page 39 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
P. 39
inviò gli atti al Sant’Uffizio, che reclamò il
prigioniero per sé: dopo un braccio di ferro tra la
Repubblica e la Santa Sede, Bruno fu estradato dal
carcere di Venezia il 19 febbraio 1593 e una
settimana dopo entrò in quello di Roma.
A maggio arrivò una nuova denuncia: questa
volta da parte di Celestino da Verona, un frate che
era stato compagno di prigionia dell’imputato a
Venezia e che finirà pure lui al rogo, sempre in
Campo de’ Fiori, il 16 settembre 1599. Sulla base
delle sue testimonianze, relative alle intemperanze
verbali e fisiche di Bruno in carcere (i due erano
anche venuti alle mani), furono formulate altre dieci
accuse, alle quali se ne aggiunsero ancora due in
seguito: ventidue in tutto, dunque, su cui si
impiantarono il processo offensivo con l’audizione
dei testi, che si protrasse per tutto il 1593, e il
processo ripetitivo con la loro riaudizione, durato
dal gennaio al marzo 1594.
Alcune delle «imputazioni eretiche» riguardavano
questioni filosofiche e scientifiche, quali l’eternità
dell’universo o l’infinità dei mondi, ma la maggior
parte erano pure e semplici osservazioni di perfetto
buonsenso, sostenute da Bruno nei suoi colloqui con
Mocenigo e fra Celestino: esse negavano infatti
affermazioni teologiche quali la creazione
dell’universo, il dogma della Trinità, l’ispirazione di
39