Page 123 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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A questo fine ho presa nel discorso la parte Copernicana,
procedendo in pura ipotesi matematica, cercando per ogni
strada artifiziosa di rappresentarla superiore, non a quella
della fermezza della Terra assolutamente, ma secondo che si
difende da alcuni che, di professione Peripatetici, ne
ritengono solo il nome, contenti, senza passeggio, di adorar
l’ombre, non filosofando con l’avvertenza propria, ma con
solo la memoria di quattro principii mal intesi. [...]
Spero che da queste considerazioni il mondo conoscerà,
che se altre nazioni hanno navigato più, noi non abbiamo
speculato meno, e che il rimettersi al asserir la fermezza della
Terra, e prender il contrario solamente per capriccio
matematico, non nasce da non aver contezza di quant’altri ci
abbia pensato, ma, quando altro non fusse, da quelle ragioni
che la pietà, la religione, il conoscimento della divina
onnipotenza, e la coscienza della debolezza dell’ingegno
umano, ci somministrano.
La seconda precisazione imposta dal papa
riguardava l’argomento che egli aveva già discusso
anni prima (non è chiaro se nel 1616 o nel 1624)
privatamente con Galileo, e che nel 1629 il suo
consigliere teologico Agostino Oreggi aveva reso
pubblico nel trattato Su Dio uno (194-95):
Concessi tutti gli argomenti escogitati da Galileo, uomo
dottissimo, l’allora cardinal Barberini chiese se Dio avrebbe
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