Page 126 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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del mondo, ci soggiugne (forse acciò che l’esercizio delle
menti umane non si tronchi o anneghittisca) che non siamo
per ritrovare l’opera fabbricata dalle Sue mani. Vaglia dunque
l’esercizio permessoci ed ordinatoci da Dio per riconoscere e
tanto maggiormente ammirare la grandeza Sua, quanto meno
ci troviamo idonei a penetrare i profondi abissi della Sua
infinita sapienza.
Come si può immaginare, Urbano VIII non gradì
affatto il trattamento. Appena vide il libro nel luglio
1632 ne ordinò il sequestro, e il 5 settembre diede in
escandescenze di fronte all’ambasciatore toscano,
urlando che «Galilei aveva ardito d’entrar dove non
doveva, e in materie le più gravi e le più pericolose
che a questi tempi si potesser suscitare»: un chiaro
riferimento alle esplicite critiche che erano state
rivolte al papa nel concistoro del marzo precedente,
di essere troppo morbido nei confronti degli eretici.
Tra le otto accuse che in seguito verranno rivolte
ufficialmente a Galileo, la seconda riguarderà
precisamente il modo in cui le due richieste papali
erano state disattese:
Aver posto la prefazione con carattere distinto, e resala
inutile come alienata dal corpo dell’opera.
Et aver posto la medicina del fine in bocca di un sciocco,
et in parte che né anche si trova se non con difficoltà,
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