Page 116 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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scientifico, per una volta Galileo evita di impelagarsi
in obiezioni di natura teologica, come il «fermati o
Sole» di Giosuè, e si limita a definirle «puerizie
scurrili» e «scempie inezzie» (384-85).
Analogamente, evita di impelagarsi in argomenti
di natura filosofica, come questo sofisma che
Aristotele aveva proposto nel Cielo (II, 296): poiché
la ragione ci dice che i corpi cadono necessariamente
verso il centro dell’universo, e i sensi ci mostrano
che essi cadono contingentemente verso il centro
della Terra, i due centri devono coincidere.
Al riguardo, Galileo si limita a osservare (347) che
prima di argomentare sulla sua ubicazione,
bisognerebbe sapere se il centro c’è, e questo dipende
dalla soluzione di un altro problema: se il mondo sia
finito o infinito. Egli non lo affrontò mai
pubblicamente, ma in privato ne parlò a Fortunio
Liceti, in una lettera del 24 settembre 1639:
Molto argute sono le ragioni che si apportano per l’una e
per l’altra parte, ma nel mio cervello né quelle né queste
concludono necessariamente, sì che resto sempre ambiguo
quale delle due asserzioni sia vera. Tuttavia un solo mio
particolare discorso m’inclina più all’infinito che al
terminato, essendo che non me lo so né posso imaginare né
terminato, né interminato e infinito. Et perché l’infinito
ratione sui non può essere compreso dal nostro intelletto
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