Page 111 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
P. 111
fra il copernicano e galileiano Filippo Salviati, il
distaccato e critico Giovan Francesco Sagredo e
l’aristotelico e tolemaico Simplicio: i primi due amici
di Galileo, deceduti da molti anni e ai quali il libro è
dedicato come «monumento del non mai morto
amore», e l’ultimo un antico commentatore di
Aristotele, scelto per le suggestioni ironiche che
suggeriva il suo nome.
La prima giornata del Dialogo, che è ambientato
nel palazzo veneziano di Sagredo, è dedicata alla
refutazione delle tesi aristoteliche sulla distinzione
fra mondo terrestre e celeste, e sull’incorruttibilità
dei cieli. Gli argomenti riprendono quelli dei
precedenti libri di Galileo, in particolare il Sidereus
Nuncius, con un’aggiunta notevole (95-107): la
deduzione dell’asperità della superficie lunare non
dalle osservazioni col cannocchiale, ma
semplicemente sulla base della sua luce, che è
analoga a quella diffusa dal Sole su un muro ruvido,
e non a quella riflessa da uno specchio levigato.
Nella seconda giornata inizia la difesa del sistema
copernicano, con le risposte alle obiezioni dirette
contro il moto diurno della Terra. L’argomento più
suggestivo, attribuito a Tolomeo, consiste
nell’immaginare che se la Terra girasse su stessa in
ventiquattr’ore, la sua enorme velocità lineare (circa
1670 chilometri all’ora all’Equatore, cioè quasi una
111