Page 93 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
P. 93
della libertà di poter sempre scegliere condannando una delle
due teorie contrapposte e riportando in questo modo al vincolo
della necessità scelte che al momento sono indifferenti e libere e
sottoposte all’arbitrio dell’autorità suprema. Insomma, se non è
possibile condannare come eretica una teoria della quale si
dubita che possa essere vera, si rivelerà vana la fatica di coloro
che pretendono di mettere al bando la teoria della mobilità della
Terra e della stabilità del Sole se prima non dimostrano che è
impossibile e falsa.
Restano infine delle considerazioni da fare onde verificare
se sia vero che il passo di Giosuè si possa assumere senza
alterare il significato letterale delle parole e come sia possibile
che, avendo il Sole obbedito all’ordine di fermarsi impartitogli
da Giosuè, ne derivasse come conseguenza un sensibile
prolungamento del giorno.
Ciò, se si ipotizzano i movimenti celesti in conformità alla
teoria tolemaica, non può avvenire in alcun modo. Infatti,
determinandosi il movimento del Sole lungo l’eclittica secondo
la successione dei segni zodiacali, vale a dire da ovest a est, ciò
è contrario al movimento del primo mobile, da est a ovest, che è
poi il movimento che determina l’alternanza del giorno e della
notte. Ne consegue che, interrompendo il Sole il moto che gli è
peculiare, il giorno diventerebbe più corto, non più lungo,
mentre per allungarlo sarebbe necessario affrettare il suo moto.
Più precisamente, per fare in modo che il Sole restasse fermo
sull’orizzonte per un certo tempo nello stesso punto senza
declinare verso ovest, bisognerebbe accelerarne il moto in modo
che pareggiasse quello del primo mobile, imprimendogli un
movimento circa trecentosessanta volte più rapido del consueto.
Se dunque Giosuè avesse voluto che le sue parole venissero
intese rigorosamente alla lettera, avrebbe detto al Sole di
accelerare il suo moto, quel tanto necessario a non farsi
trascinare dal primo mobile verso il tramonto. Siccome però le
sue parole erano udite da gente che forse non aveva altra
nozione dei movimenti celesti che quella comunissima
93