Page 92 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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Scrittura, che, se ben intesa e ben utilizzata, non può mai esser
                contraria  a  palesi  esperienze  o  dimostrazioni  scientifiche,

                conformemente a quanto reputano unanimemente i teologi. Che
                costoro ricorrano alle Scritture per coprire la loro incapacità di

                capire, non dico di smantellare, le tesi contrarie, non dovrebbe,
                se io non m’inganno, recar loro alcun vantaggio, non essendo
                mai  stata  condannata  fino  a  oggi  questa  teoria  dalla  Santa

                Chiesa.  Se  volessero  agire  in  modo  sincero  dovrebbero  o
                confessarsi incapaci di trattare simili materie, o, quanto meno,

                considerare prima che non è in loro potere né di altri che non
                siano il Sommo Pontefice o i santi Concili il dichiarar falsa una
                teoria,  mentre  è  loro  facoltà  discuterne  la  validità;  poi,

                comprendendo come non è possibile che la stessa affermazione
                sia contemporaneamente vera e falsa, impegnarsi a dimostrare

                che  quella  determinata  teoria  è  falsa,  essendo  questo  il  loro
                compito  precipuo.  Una  volta  fatto  ciò,  o  non  sarebbe  più

                necessario proibirla, perché non la sottoscriverebbe nessuno, o il
                proibirla  sarebbe  un  atto  sicuro,  senza  pericolo  di  suscitare

                alcuno scandalo.
                      Perciò  questi  signori  si  applichino  prima  a  smontare  le

                ragioni  di  Copernico  e  di  chi  è  d’accordo  con  lui  e  lascino  il
                compito di condannarla come falsa ed eretica a chi ha il potere

                di  farlo,  ma  non  sperino  di  trovare  nei  cauti  e  sapientissimi
                Padri  e  nell’assoluta  sapienza  di  Colui  che  non  può  sbagliare
                l’assenso  a  un  comportamento  precipitoso  cui  essi  talvolta

                aderirebbero  sulla  spinta  di  qualche  sentimento  o  interesse
                particolare.  Su  queste  teorie  e  altre  simili  che  non  sono

                direttamente  materia  di  Fede,  infatti,  non  c’è  chi  dubiti  che
                l’autorità di accoglierle o condannarle spetti esclusivamente al

                Sommo Pontefice e non è comunque in potere di alcuna creatura
                farle essere vere o false, diversamente da quello che sono per

                natura e di fatto. Per questo sembra che la decisione più saggia
                sia  quella  di  assicurarsi  prima  della  necessaria  e  immutabile
                verità del fatto, sulla quale nessuno ha possibilità di intervenire,

                piuttosto  che,  senza  una  tale  sicurezza,  privarsi  dell’autorità  e



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