Page 80 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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precisa che non si deve dar peso al fatto che la Scrittura è in
contrasto con gli astronomi e che si deve confidare sulla sua
autorità, se essi fanno affermazioni false e fondate soltanto su
congetture inficiate dall’imperfezione umana; se però quanto
affermano fosse provato da ragioni inconfutabili, questo Santo
Padre non dice che si deve ordinare agli astronomi di cancellare
le loro dimostrazioni e di dichiarare in prima persona false le
loro deduzioni, ma che si deve chiarire che quanto si dice nella
Scrittura a proposito della forma piatta non contrasta con le
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dimostrazioni vere. Ecco le sue parole: «Ma qualcuno si
chiede in che modo non sia contrario a quelli che attribuiscono
al cielo una forma sferica quel passo dei nostri libri che recita:
“Colui che stende il cielo come una pelle”. E contrario sia, se
ciò che essi affermano è falso; è vero infatti ciò che dice la
divina autorità, piuttosto che ciò che presume l’umana
imperfezione. Ma se per caso essi potranno sostenere la loro
teoria con prove tali che non se ne possa dubitare, occorrerà
dimostrare che quanto è detto nei nostri libri a proposito della
pelle non è contrario a quelle vere ragioni». Prosegue poi con
l’ammonirci a non essere meno scrupolosi nel ricercare
l’accordo tra un passo della Scrittura con una teoria scientifica
dimostrata che con un altro passo che suonasse il contrario. Mi
pare proprio che debba essere ammirata e imitata la prudenza di
questo Santo che, anche su questioni misteriose, a proposito
delle quali si può essere certi che i mezzi umani non possano
giungere a certezze scientifiche, è molto cauto nel dire ciò che si
deve credere, come si ricava dalla conclusione del suo scritto
Del Genesi, esegesi letterale, parlando della possibilità o meno
che le stelle siano animate: «A proposito di questa cosa, anche
se fino a oggi non può essere facilmente compresa, penso
tuttavia che, continuando a esaminare le Scritture, si potrebbero
trovare dei passi più adatti a consentirci se non di dimostrare,
almeno di credere qualcosa di certo sulla base di quanto scritto
dalla santa autorità. Ma per ora, mantenendo ferma la
moderazione della prudenza religiosa, non dobbiamo temere di
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