Page 73 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
P. 73

Apostoli, ma adattano a quello che hanno in mente loro prove
                incongrue,  come  se  non  fosse  un  grave  e  perverso  metodo  di

                insegnamento deformare le frasi e piegare al proprio volere la
                Scrittura che a tal volere ripugna».

                     Io non voglio annoverare tra simili scrittori mondani alcuni
                teologi,  che  io  giudico  uomini  molto  dotti  e  di  costumi
                ineccepibili e tengo pertanto in grande stima e venerazione; non

                posso  tuttavia  negare  che  mi  resta  qualche  perplessità,  e
                desidero  pertanto  dissiparla,  quando  sento  che  pretendono  di

                avere il diritto di costringere altri, facendo appello all’autorità
                della Scrittura, ad accogliere in questioni relative alla natura la

                teoria  che  a  loro  sembra  più  consonante  con  il  testo  sacro,
                ritenendosi         contemporaneamente                 esonerati        dal      dover

                controbattere  ai  ragionamenti  o  all’esperienza  che  provano  il
                contrario.  Per  motivare  e  suffragare  questa  posizione
                sostengono che, essendo  la teologia  regina di  tutte le  scienze,

                non deve in nessun modo abbassarsi per confrontarsi con le altre
                scienze  meno  degne  e  sottoposte;  sono  invece  queste  che

                devono fare riferimento alla teologia come una sovrana assoluta
                ed  eventualmente  cambiare  o  modificare  le  conclusioni  cui

                giungono  in  rapporto  ai  fondamenti  e  alle  prescrizioni  della
                teologia. Aggiungono per di più che, quando in una scienza di

                rango inferiore si dovesse approdare a una certezza, per via di
                dimostrazione o mediante l’esperienza, per la quale si trovasse
                nella Scrittura una formulazione in contrasto, gli stessi esperti di

                quella  scienza  devono  di  loro  iniziativa  accantonare  le  loro
                dimostrazioni e scoprire la fallacia delle loro esperienze, senza

                ricorrere ai teologi e agli interpreti delle Scritture. Ciò perché,
                come si è detto, non è dignitoso per la teologia abbassarsi ad

                analizzare gli errori delle scienze inferiori, ma le compete solo
                di  vagliare  la  verità  di  un’affermazione  scientifica,  con

                l’autorità  assoluta  e  la  sicurezza  di  non  poter  sbagliare.  Le
                proposizioni scientifiche per le quali essi dicono che dobbiamo
                attenerci  alla  Scrittura,  senza  commentarla  o  interpretarla

                diversamente  che  alla  lettera,  sono  secondo  loro  quelle  a



                                                           73
   68   69   70   71   72   73   74   75   76   77   78