Page 72 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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più gli uomini poco inclini a capire perfettamente sia le Sacre
Scritture sia le altre scienze rispetto agli intelligenti, i primi,
fermandosi alla superficie del testo sacro, si arrogherebbero
l’autorità di dare giudizi definitivi su tutte le questioni che
riguardano la natura, in forza di qualche parola che hanno male
interpretata ed è stata espressa dagli scrittori sacri con altri
propositi. Né il numero esiguo di quelli che capiscono qualcosa
potrebbe arrestare il loro furioso dilagare, ed essi troverebbero
tanti più sostenitori quanto più è gratificante acquistare la fama
di sapiente senza studio e senza fatica che dedicarsi fino
all’esaurimento delle proprie forze a scienze di grandissima
complessità. Perciò dobbiamo sommamente ringraziare Dio
benedetto che per sua bontà ci libera da questo timore e
destituisce d’autorità gli individui di quella sorta, indicando
nella somma sapienza e bontà dei prudentissimi Padri e nella
suprema autorità di coloro che, assistiti dallo Spirito Santo, non
possono che dar sante prescrizioni, l’ambito in cui consultare,
risolvere ed esprimere giudizi su questioni tanto importanti, e
così autorizzandoci a non tener conto della vanità degli altri.
Questa sorta di individui, a parer mio, sono proprio quelli contro
i quali, non senza ragione, si scagliano i santi e profondi autori,
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fra cui in particolare san Girolamo: «Di questa (dice a
proposito della Scrittura) la vecchia pettegola, il vecchio fuori di
senno, il sofista logorroico, tutti insomma si appropriano, la
fanno a pezzi, la insegnano prima di imparare. Altri, con la
fronte aggrottata, soppesando parole d’effetto, filosofeggiano
sulle Sacre Scritture tra le donnette; altri ancora imparano,
ahimè, dalle donne, quello che devono insegnare agli uomini e,
come se non bastasse, con una certa facilità di parole, anzi, con
audacia, spiegano agli altri quello che in prima persona non
capiscono. Taccio dei miei simili che, se per caso sono
approdati alle Sacre Scritture da una formazione letteraria
profana, e sono avvezzi ad accarezzare le orecchie del popolo
con discorsi forbiti, credono legge di Dio qualunque cosa hanno
detto e non si degnano di sapere che cosa ne pensarono Profeti e
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