Page 67 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
P. 67

gli  autori  delle  Sacre  Scritture  non  hanno  avuto  la  pretesa
                d’insegnarci  l’organizzazione  e  i  movimenti  dei  cieli  e  degli

                astri, le loro forme, grandezze e distanze, ma che volutamente,
                benché  tutte  queste  cose  fossero  a  loro  notissime,  si  sono

                astenuti dal farlo. Si leggono infatti in sant’Agostino le seguenti
                          3
                parole:   «Si  suole  anche  domandare  quale  forma  e  figura
                debbano  essere  attribuite  al  cielo  secondo  le  nostre  Scritture:

                molti  infatti  discutono  diffusamente  di  questi  argomenti,  che
                con più prudenza i nostri autori hanno tralasciato. Non giovano
                infatti ai discepoli per la vita celeste e (il che è peggio) fanno

                sprecare molto del tempo che dovrebbe essere invece impiegato
                in questioni attinenti alla salvezza. Che cosa mi importa infatti

                se  il  cielo,  come  una  sfera,  circonda  da  ogni  parte  la  Terra,
                librata al centro della mole del mondo, o la copre dall’alto da

                una  parte  sola,  come  un  disco?  Ma  poiché  si  tratta  della  fede
                delle Scritture, per quel motivo che ho detto più di una volta,

                cioè  affinché  nessuno,  non  comprendendo  le  parole  divine,
                quando intorno a questi argomenti trovi nei nostri autori o senta
                dire da loro qualcosa che gli sembri asserire il contrario di ciò

                che ha imparato, finisca per non credere più in nulla a coloro
                che  raccomandano,  affermano  o  raccontano  altre  cose  utili,

                bisogna dire brevemente che intorno alla forma del cielo i nostri
                autori sapevano ciò che appartiene alla verità, ma lo Spirito di

                Dio,  che  parlava  per  mezzo  di  loro,  non  volle  insegnare  agli
                                                                                                        4
                uomini  queste  cose,  di  nessun  giovamento  per  la  salvezza».
                Questa  totale  noncuranza  degli  scrittori  sacri  circa  ciò  che  si

                deve  credere  a  proposito  degli  aspetti  accidentali  dei  corpi
                celesti  è  ribadita  nel  capitolo  seguente  dallo  stesso

                sant’Agostino quando accenna alla questione se il cielo debba
                intendersi  come  mobile  o  fermo:  «Anche  intorno  al  moto  del
                cielo  alcuni  fratelli  pongono  la  questione  se  stia  fermo  o  si

                muova:  perché  se  si  muove,  dicono,  in  che  modo  è
                “firmamento”? Se invece sta fermo, come mai le stelle, che in

                esso  si  credono  fisse,  vanno  da  oriente  a  occidente,  le




                                                           67
   62   63   64   65   66   67   68   69   70   71   72