Page 65 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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obiettivi  prioritari  delle  stesse  Sacre  Scritture,  cioè  il  culto  di
                Dio e la salute dell’anima, e cose assai lontane dalla capacità di

                comprensione del popolo.
                     Ciò dunque  fermo restando,  mi pare  che nelle  discussioni

                pertinenti ad argomenti scientifici non si dovrebbe prendere il
                via  da  passi  delle  Scritture,  ma  dai  dati  empirici  e  dalle
                dimostrazioni  metodologicamente  rigorose.  Infatti  sia  la  Sacra

                Scrittura sia la natura procedono ugualmente dal Verbo, l’una
                dettata dallo Spirito Santo, l’altra obbedientissima esecutrice del

                piano  divino;  inoltre,  per  adeguarsi  alle  capacità  di
                comprensione  di  tutti,  nelle  Scritture  è  stato  necessario  fare

                molte  affermazioni  che,  se  ci  si  ferma  alla  superficie  e  al
                significato  letterale  delle  parole,  suonano  molto  diverse  dalla

                verità assoluta; d’altra parte, la natura opera in modo necessario
                e  immutabile,  senza  mai  valicare  i  confini  delle  leggi  che  le
                sono state imposte e senza curarsi del fatto che le sue nascoste

                ragioni e i suoi modi di operare siano comprensibili o meno per
                gli uomini. Da queste considerazioni sembra dunque che ciò che

                dei  fenomeni  naturali  vediamo  con  gli  occhi  o  deduciamo  da
                dimostrazioni  scientificamente  corrette  non  debba  in  nessun

                modo essere messo in dubbio, e tanto meno condannato, sulla
                base  di  passi  scritturali  che  suonassero  all’apparenza  in

                contraddizione, visto anche che non tutte le frasi della Scrittura
                sono legate da vincoli così rigidi come quelli cui è sottoposto
                ogni  fenomeno  naturale  e  che  Dio  ci  si  rivela  non  meno

                eccellentemente nelle manifestazioni della natura che nei sacri
                testi  della  Scrittura.  Questo  probabilmente  intendeva  dire

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                Tertulliano  affermando: «Noi diciamo che Dio si deve in primo
                luogo  conoscere  dalla  natura  e  in  secondo  luogo  conoscere

                nuovamente  dalla  dottrina:  nella  natura  dalle  opere,  nella
                dottrina dalla predicazione».
                     Con questo non voglio dire che non si debbano tenere nella

                massima considerazione i passi delle Sacre Scritture, anzi, una
                volta che si siano acquisite delle certezze di natura scientifica,

                dobbiamo servircene come efficacissimi strumenti per spiegare


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