Page 64 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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nascosto  e  molto  diverso  da  quello  letterale  delle  parole.  Ne
                consegue  che,  tutte  le  volte  che  chiunque,  nell’esporre  le

                Scritture,  volesse  fermarsi  sempre  a  ciò  che  letteralmente
                suonano le parole, potrebbe, essendo tale significato superficiale

                errato,  far  emergere  non  solo  contraddizioni  e  affermazioni
                lontane  dalla  verità,  ma  gravi  eresie  e  addirittura  bestemmie:
                sarebbe infatti necessario attribuire a Dio piedi, mani e occhi, e

                parimenti sensazioni fisiche e sentimenti umani, come l’ira, il
                pentimento e l’odio, e talvolta anche l’oblio delle cose passate e

                l’ignoranza  di  quelle  future.  Come  queste  immagini,  in  testi
                ispirati dallo Spirito Santo, furono utilizzate dagli scrittori sacri
                per venire incontro alle possibilità di comprensione del popolo

                assai rozzo e ignorante, così in rapporto a coloro che meritano
                di essere distinti  dalla massa  è necessario  che i  commentatori

                saggi  ne  svelino  i  veri  significati  e  svelino  anche  quali
                particolari ragioni hanno indotto a esporli in quella forma. Ciò è

                così  minutamente  detto  e  specificato  da  tutti  gli  scrittori  di
                teologia che sarebbe superfluo produrne delle prove.

                     Mi sembra dunque di poter molto ragionevolmente dedurre
                che  la  stessa  Sacra  Scrittura,  ogni  volta  che  si  è  posta  la

                necessità  di  fare  affermazioni  sulla  natura,  soprattutto  a
                proposito di fenomeni molto complessi e difficili da capire, non

                ha messo da parte questo orientamento di fondo per non crear
                confusione          nelle      menti       del      popolo        e     allontanarlo
                dall’acquisizione  dei  dogmi  relativi  a  misteri  ben  più  elevati.

                Infatti  se,  come  si  è  detto  ed  è  palese,  per  il  solo  fine  di
                adeguarsi alla capacità di comprensione del popolo, la Scrittura

                non  si  è  astenuta  dal  velare  verità  fondamentali,  arrivando
                persino ad attribuire a Dio aspetti lontanissimi e contrari alla sua

                essenza,  chi  potrebbe  ostinarsi  a  sostenere  che  la  stessa
                Scrittura,  messo  da  parte  questo  criterio,  parlando  anche

                incidentalmente di Terra, acqua, Sole o di altre creature, abbia
                scelto  di  attenersi  con  assoluto  rigore  al  significato  letterale
                delle  parole?  E  ciò  soprattutto  nel  dire  a  proposito  di  queste

                creature  cose  che  non  hanno  niente  a  che  vedere  con  gli



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