Page 171 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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pericolo di scandalo alcuno.
Però applichinsi prima questi tali a redarguire le ragioni del
Copernico e di altri, e lascino il condennarla poi per erronea ed
eretica a chi ciò si appartiene; ma non sperino già d’esser per
trovare nei circuspetti e sapientissimi Padri e nell’assoluta
sapienza di Quel che non può errare, quelle repentine
resoluzioni nelle quali essi talora si lascerebbono precipitare da
qualche loro affetto o interesse particolare: perché sopra queste
ed altre simili proposizioni, che non sono direttamente de Fide,
non è chi dubiti che il Sommo Pontefice ritien sempre assoluta
potestà di ammetterle o di condennarle; ma non è già in poter di
creatura alcuna il farle esser vere o false, diversamente da quel
che elleno per sua natura e de facto si trovano essere. Però par
che miglior consiglio sia l’assicurarsi prima della necessaria ed
immutabil verità del fatto, sopra la quale nissuno ha imperio,
che, senza tal sicurezza, col dannare una parte spogliarsi
dell’autorità e libertà di poter sempre eleggere, riducendo sotto
necessità quelle determinazioni che di presente sono indifferenti
e libere e riposte nell’arbitrio dell’autorità suprema. Ed in
somma, se non è possibile che una conclusione sia dichiarata
eretica mentre si dubita che ella poss’esser vera, vana doverà
esser la fatica di quelli che pretendono di dannar la mobilità
della Terra e la stabilità del Sole, se prima non la dimostrano
essere impossibile e falsa.
Resta finalmente che consideriamo, quanto sia vero che il
luogo di Giosuè si possa prendere senza alterare il puro
significato delle parole, e come possa essere che, obedendo il
Sole al comandamento di Giosuè, che fu che egli si fermasse, ne
potesse da ciò seguire che il giorno per molto spazio si
prolungasse.
La qual cosa, stante i movimenti celesti conforme alla
costituzione Tolemaica, non può in modo alcuno avvenire:
perché, facendosi il movimento del Sole per l’eclittica secondo
l’ordine de’ segni, il quale è da occidente verso oriente, ciò è
contrario al movimento del primo mobile da oriente in
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