Page 161 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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sentimento  diverso  dalla  essenza  di  essa  proposizione;  perché
                non  dovrà  ella  aver  osservato  l’istesso,  per  l’istesso  rispetto,

                quante volte gli occorreva la medesima cosa? Anzi mi pare che
                ’l fare altramente averebbe cresciuta la confusione, e scemata la

                credulità nel popolo. Che poi della quiete o movimento del Sole
                e  della  Terra  fosse  necessario,  per  accomodarsi  alla  capacità
                popolare, asserirne quello che suonan le parole della Scrittura,

                l’esperienza  ce  lo  mostra  chiaro:  poi  che  anco  all’età  nostra
                popolo assai men rozo vien mantenuto nell’istessa opinione da

                ragioni  che,  ben  ponderate  ed  essaminate,  si  troveranno  esser
                frivolissime, ed esperienze o in tutto false o totalmente fuori del
                caso; né si può pur tentar di rimuoverlo, non sendo capace delle

                ragioni contrarie, dependenti da troppo esquisite osservazioni e
                sottili dimostrazioni, appoggiate sopra astrazioni, che ad esser

                concepite richieggon troppo gagliarda imaginativa. Per lo che,
                quando bene appresso i sapienti fusse più che certa e dimostrata

                la stabilità del Sole e ’l moto della Terra, bisognerebbe ad ogni
                modo,  per  mantenersi  il  credito  appresso  il  numerosissimo

                volgo, proferire il contrario; poi che de i mille uomini vulgari
                che venghino interrogati sopra questi particolari, forse non se ne
                troverà uno solo, che non risponda, parergli, e così creder per

                fermo, che ’l Sole si muova e che la Terra stia ferma. Ma non
                però deve alcun prendere questo comunissimo assenso popolare

                per argumento della verità di quel che viene asserito; perché se
                noi interrogheremo gli stessi uomini delle cause e motivi per i

                quali e’ credono in quella maniera, ed, all’incontro, ascolteremo
                quali esperienze e dimostrazioni induchino quegli altri pochi a

                creder il contrario, troveremo questi esser persuasi da saldissime
                ragioni, e quelli da semplicissime apparenze e rincontri vani e
                ridicoli.

                     Che dunque fosse necessario attribuire al Sole il moto, e la

                quiete alla Terra, per non confonder la poca capacità del vulgo e
                renderlo  renitente  e  contumace  nel  prestar  fede  a  gli  articoli
                principali e che sono assolutamente de Fide, è assai manifesto: e

                se così era necessario a farsi, non è punto da meravigliarsi che



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