Page 159 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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quale è, se la Terra e ’l Sole si muovino o no, se la Terra sia
sferica o no. Quanto alle prime, io non dubito punto che dove
gli umani discorsi non possono arrivare, e che di esse per
consequenza non si può avere scienza, ma solamente opinione e
fede, piamente convenga conformarsi assolutamente col puro
senso della Scrittura. Ma quanto alle altre, io crederei, come di
sopra si è detto, che prima fosse d’accertarsi del fatto, il quale ci
scorgerebbe al ritrovamento de’ veri sensi delle Scritture, li
quali assolutamente si troverebbono concordi col fatto
dimostrato, ben che le parole nel primo aspetto sonassero
altramente; poi che due veri non possono mai contrariarsi. E
questa mi par dottrina tanto retta e sicura, quanto io la trovo
scritta puntualmente in S. Agostino, il quale, parlando a punto
della figura del cielo e quale essa si deva credere essere, poi che
pare che quel che ne affermano gli astronomi sia contrario alla
Scrittura, stimandola quegli rotonda, e chiamandola la Scrittura
distesa come una pelle, determina che niente si ha da curar che
la Scrittura contrarii a gli astronomi, ma credere alla sua
autorità, se quello che loro dicono sarà falso e fondato
solamente sopra conietture dell’infirmità umana; ma se quello
che loro affermano fosse provato con ragioni indubitabili, non
dice questo Santo Padre che si comandi a gli astronomi che lor
medesimi, solvendo le lor dimostrazioni, dichiarino la lor
conclusione per falsa, ma dice che si deve mostrare che quello
che è detto nella Scrittura della pelle, non è contario a quelle
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vere dimostrazioni. Ecco le sue parole: Sed ait aliquis:
Quomodo non est contrarium iis qui figuram spheræ cælo
tribuunt, quod scriptum est in libris nostris, Qui extendit cælum
sicut pellem? Sit sane contarium, si falsum est quod illi dicunt;
hoc enim verum est, quod divina dicit authoritas, potius quam
illud quod humana infirmitas coniicit. Sed si forte illud talibus
illi documentis probare potuerint, ut dubitari inde non debeat,
demonstrandum est, hoc quod apud nos est de pelle dictum,
veris illis rationibus non esse contrarium. Segue poi di
ammonirci che noi non doviamo esser meno osservanti in
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