Page 157 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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Se  per  rimuover  dal  mondo  questa  opinione  e  dottrina
                bastasse il serrar la bocca ad un solo, come forse si persuadono

                quelli che, misurando i giudizi degli altri co ’l loro proprio, gli
                par impossibile che tal opinione abbia a poter sussistere e trovar

                seguaci,  questo  sarebbe  facilissimo  a  farsi:  ma  il  negozio
                cammina          altramente;         perché,       per      eseguire        una      tal
                determinazione, sarebbe necessario proibir non solo il libro del

                Copernico  e  gli  scritti  degli  altri  autori  che  seguono  l’istessa
                dottrina, ma bisognerebbe interdire tutta la scienza d’astronomia

                intiera, e più, vietar a gli uomini guardar verso il cielo, acciò
                non  vedessero  Marte  e  Venere  or  vicinissimi  alla  Terra  or

                remotissimi con tanta differenza che questa si scorge 40 volte, e
                quello  60,  maggior  una  volta  che  l’altra,  ed  acciò  che  la

                medesima  Venere  non  si  scorgesse  or  rotonda,  or  falcata  con
                sottilissime  corna,  e  molte  altre  sensate  osservazioni,  che  in
                modo alcuno non si possono adattare al sistema Tolemaico, ma

                son  saldissimi  argumenti  del  Copernicano.  Ma  il  proibire  il
                Copernico,  ora  che  per  molte  nuove  osservazioni  e  per

                l’applicazione di molti literati alla sua lettura si va di giorno in
                giorno  scoprendo  più  vera  la  sua  posizione  e  ferma  la  sua

                dottrina,  avendol’ammesso  per  tanti  anni  mentre  egli  era  men
                seguito  e  confermato,  parrebbe,  a  mio  giudizio,  un

                contravvenire  alla  verità,  e  cercar  tanto  più  di  occultarla  e
                supprimerla, quanto più ella si dimostra palese e chiara. Il non
                abolire  interamente  tutto  il  libro,  ma  solamente  dannar  per

                erronea  questa  particolar  proposizione,  sarebbe,  s’io  non
                m’inganno,  detrimento  maggior  per  l’anime,  lasciandogli

                occasione di veder provata una proposizione, la qual fusse poi
                peccato il crederla. Il proibir tutta la scienza, che altro sarebbe

                che  un  reprovar  cento  luoghi  delle  Sacre  Lettere,  i  quali  ci
                insegnano  come  la  gloria  e  la  grandezza  del  sommo  Iddio

                mirabilmente si scorge in tutte le sue fatture, e divinamente si
                legge nell’aperto libro del cielo? Né sia chi creda che la lettura
                de gli altissimi concetti, che sono scritti in quelle carte, finisca

                nel solo veder lo splendor del Sole e delle stelle e ’l lor nascere



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