Page 153 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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venerazione; ma non posso già negare di non rimaner con
qualche scrupolo, ed in conseguenza con desiderio che mi fusse
rimosso, mentre sento che essi pretendono di poter costringer
altri, con l’autorità della Scrittura, a seguire in dispute naturali
quella opinione che pare a loro che più consuoni con i luoghi di
quella, stimandosi insieme di non essere in obbligo di solvere le
ragioni o esperienze in contrario.In esplicazione e
confirmazione del qual lor parere, dicono che essendo la
teologia regina di tutte le scienze, non deve in conto alcuno
abbassarsi per accomodarsi a’ dogmi dell’altre men degne ed a
lei inferiori, ma sì ben l’altre devono riferirsi ad essa, come a
suprema imperatrice, e mutare ed alterar le lor conclusioni
conforme alli statuti e decreti teologicali: e più aggiungono che
quando nell’inferiore scienza si avesse alcuna conclusione per
sicura, in vigor di dimostrazioni o di esperienze, alla quale si
trovassi nella Scrittura altra conclusione repugnante, devono gli
stessi professori di quella scienza procurar per se medesimi di
scioglier le lor dimostrazioni e scoprir le fallacie delle proprie
esperienze, senza ricorrere a i teologi e scritturali; non
convenendo, come si è detto, alla dignità della teologia
abbassarsi all’investigazione delle fallacie delle scienze
soggette, ma solo bastando a lei il determinargli la verità della
conclusione, con l’assoluta autorità e con la sicurezza di non
poter errare. Le conclusioni poi naturali nelle quali dicon essi
che noi doviamo fermarci sopra la Scrittura, senza glosarla o
interpretarla in sensi diversi dalle parole, dicono essere quelle
delle quali la Scrittura parla sempre nel medesimo modo, e i
Santi Padri tutti nel medesimo sentimento le ricevono ed
espongono. Ora intorno a queste determinazioni mi accascano
da considerare alcuni particolari, li quali proporrò per esserne
reso cauto da chi più di me intende di queste materie, al giudizio
de’ quali io sempre mi sottopongo.
E prima, dubiterei che potesse cader qualche poco di
equivocazione, mentre che non si distinguessero le preminenze
per le quali la sacra teologia è degna del titolo di regina. Imperò
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