Page 151 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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confermare simili conclusioni. Ma più direi, quando mi fusse
lecito produrre il mio parere, che forse più converrebbe al
decoro ed alla maestà di esse Sacre Lettere il provvedere che
non ogni leggiero e vulgare scrittore potesse, per autorizzar sue
composizioni, bene spesso fondate sopra vane fantasie,
spargervi luoghi della Scrittura Santa, interpetrati, o più presto
stiracchiati, in sensi tanto remoti dall’intenzione retta di essa
Scrittura, quanto vicini alla derisione di coloro che non senza
qualche ostentazione se ne vanno adornando. Esempli di tale
abuso se ne potrebbono addur molti: ma voglio che mi bastino
due, non remoti da queste materie astronomiche. L’uno de’
quali sieno le scritture che furon pubblicate contro a i pianeti
Medicei, ultimamente da me scoperti, contro la cui esistenza
furono opposti molti luoghi della Sacra Scrittura: ora che i
pianeti si fanno veder da tutto il mondo, sentirei volentieri con
quali nuove interpretazioni vien da quei medesimi oppositori
esposta la Scrittura, e scusata la lor semplicità. L’altro esempio
sia di quello che pur nuovamente ha stampato contro a gli
astronomi e filosofi, che la Luna non altramente riceve lume dal
Sole, ma è per sé stessa splendida; la qual immaginazione
conferma in ultimo, o, per meglio dire, si persuade di
confermare, con varii luoghi della Scrittura, li quali gli par che
non si potessero salvare, quando la sua opinione non fusse vera
e necessaria. Tutta via, che la Luna sia per sé stessa tenebrosa, è
non men chiaro che lo splendor del Sole.
Quindi resta manifesto che tali autori, per non aver penetrato
i veri sensi della Scrittura, l’avrebbono, quando la loro autorità
fosse di gran momento, posta in obligo di dover costringere
altrui a tener per vere, conclusioni repugnanti alle ragioni
manifeste ed al senso: abuso che Deus avertat che andasse
pigliando piede o autorità, perché bisognerebbe vietar in breve
tempo tutte le scienze speculative; perché, essendo per natura il
numero degli uomini poco atti ad intendere perfettamente le
Scritture Sacre e l’altre scienze maggiore assai del numero
degl’intelligenti, quelli, scorrendo superficialmente le Scritture,
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