Page 146 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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scuopre  Iddio  negli  effetti  di  natura  che  ne’  sacri  detti  delle
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                Scritture:  il  che  volse  per  avventura  intender  Tertulliano   in

                quelle  parole:  Nos  definimus,  Deum  primo  natura
                cognoscendum,  deinde  doctrina  recognoscendum:  natura,  ex
                operibus; doctrina, ex prædicationibus.

                     Ma non per questo voglio inferire, non doversi aver somma
                considerazione de i luoghi delle Scritture Sacre; anzi, venuti in

                certezza di alcune conclusioni naturali, doviamo servircene per
                mezi accomodatissimi alla vera esposizione di esse Scritture ed

                all’investigazione  di  quei  sensi  che  in  loro  necessariamente  si
                contengono, come verissime e concordi con le verità dimostrate.

                Stimerei  per  questo  che  l’autorità  delle  Sacre  Lettere  avesse
                avuto la mira a persuadere principalmente a gli uomini quegli
                articoli  e  proposizioni,  che,  superando  ogni  umano  discorso,

                non  potevano  per  altra  scienza  né  per  altro  mezzo  farcisi
                credibili, che per la bocca dell’istesso Spirito Santo: di più, che

                ancora  in  quelle  proposizioni  che  non  sono  de  Fide  l’autorità
                delle medesime Sacre Lettere deva esser anteposta all’autorità

                di tutte le scritture umane, scritte non con metodo dimostrativo,
                ma  o  con  pura  narrazione  o  anco  con  probabili  ragioni,  direi

                doversi reputar tanto convenevole e necessario, quanto l’istessa
                divina  sapienza  supera  ogni  umano  giudizio  e  coniettura.  Ma
                che  quell’istesso  Dio  che  ci  ha  dotati  di  sensi,  di  discorso  e

                d’intelletto, abbia voluto, posponendo l’uso di questi, darci con
                altro mezo le notizie che per quelli possiamo conseguire, sì che

                anco  in  quelle  conclusioni  naturali,  che  o  dalle  sensate
                esperienze o dalle necessarie dimostrazioni ci vengono esposte

                innanzi a gli occhi e all’intelletto, doviamo negare il senso e la
                ragione, non credo che sia necessario il crederlo, e massime in

                quelle scienze delle quali una minima particella solamente, ed
                anco  in  conclusioni  divise,  se  ne  legge  nella  Scrittura;  quale
                appunto è l’astronomia, di cui ve n’è così piccola parte, che non

                vi si trovano né pur nominati i pianeti, eccetto il Sole e la Luna,
                ed una o due volte solamente, Venere, sotto nome di Lucifero.

                Però se gli scrittori sacri avessero avuto pensiero di persuadere


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