Page 144 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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ch’io abbia frainteso; e però quando rispondo non sia detto per
                loro, ma per chi avesse quella opinione.

                      Il  motivo,  dunque,  che  loro  producono  per  condennar
                l’opinione della mobilità della Terra e stabilità del Sole, è, che

                leggendosi  nelle  Sacre  lettere,  in  molti  luoghi,  che  il  Sole  si
                muove  e  che  la  Terra  sta  ferma,  né  potendo  la  Scrittura  mai
                mentire  o  errare,  ne  séguita  per  necessaria  conseguenza  che

                erronea  e  dannanda  sia  la  sentenza  di  chi  volesse  asserire,  il
                Sole esser per sé stesso immobile, e mobile la Terra.

                     Sopra questa ragione parmi primieramente da considerare,
                essere e santissimamente detto e prudentissimamente stabilito,

                non poter mai la Sacra Scrittura mentire, tutta volta che si sia
                penetrato il suo vero sentimento; il qual non credo che si possa

                negare essere molte volte recondito e molto diverso da quello
                che suona il puro significato delle parole. Dal che ne séguita,

                che  qualunque  volta  alcuno,  nell’esporla,  volesse  fermarsi
                sempre  nel  nudo  suono  literale,  potrebbe,  errando  esso,  far

                apparir  nelle  Scritture  non  solo  contradizioni  e  proposizioni
                remote dal vero, ma gravi eresie e bestemmie ancora: poi che
                sarebbe necessario dare a Iddio e piedi e mani ed occhi, e non

                meno  affetti  corporali  ed  umani,  come  d’ira,  di  pentimento,
                d’odio,  ed  anco  tal  volta  la  dimenticanza  delle  cose  passate  e

                l’ignoranza delle future; le quali proposizioni, sì come, dettante
                lo  Spirito  Santo,  furono  in  tal  guisa  profferite  da  gli  scrittori

                sacri  per  accomodarsi  alla  capacità  del  vulgo  assai  rozo  e
                indisciplinato, così per quelli che meritano d’esser separati dalla

                plebe  è  necessario  che  i  saggi  espositori  ne  produchino  i  veri
                sensi, e n’additino le ragioni particolari per che e’ siano sotto
                cotali  parole  profferiti:  ed  è  questa  dottrina  così  trita  e

                specificata  appresso  tutti  i  teologi,  che  superfluo  sarebbe  il
                produrne attestazione alcuna.

                     Di qui mi par di poter assai ragionevolmente dedurre, che la
                medesima  Sacra  Scrittura,  qualunque  volta  gli  è  occorso  di

                pronunziare  alcuna  conclusione  naturale,  e  massime  delle  più
                recondite e difficili ad esser capite, ella non abbia pretermesso



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