Page 86 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 86

come l’oceano:       207  un atteggiamento erroneo che a volte risulta fecondo,

          e in tal caso è privilegio dei grandi.
          In definitiva, anche se collochiamo la teoria galileiana delle maree nel

          debito contesto teorico, vale a dire nella teoria degli elementi, il risultato
          non  cessa  di  essere  un  finale  malriuscito.  Anche  dal  punto  di  vista
          letterario, manca della grazia e vivacità delle tre prime giornate, poiché

          qui il dialogo si trasforma in un monologo.
          In  ogni  caso  il  Dialogo  appare,  proprio  grazie  a  queste  limitazioni,

          «errori»  e  vicoli  ciechi,  un’opera  viva  che  dà  modo,  non  solo  di
          conoscere le conclusioni del pensiero di Galileo, ma anche di penetrare

          nella sua gestazione e nella sua genesi. Esso ci permette di intravedere
          più in profondità il dialogo tra la scienza tradizionale e la nuova scienza

          di cui fu protagonista l’evoluzione di Galileo, e di cui il Dialogo è solo il
          precipitato,  dopo  i  compromessi  con  se  stesso  e  con  quanto  lo
          circondava.  Ciò  equivale  a  dire  che  esso  ci  permette  di  gettare  uno

          sguardo  nella  parte  occulta  della  Rivoluzione  scientifica.  Certo  è  che,
          come abbiamo detto, qui compare un Galileo più credibile di quello che,

          forse inevitabilmente, presentano i manuali: quella specie di Cesare nelle
          Gallie della scienza.




          Uccelli del malaugurio




          È evidente che gli uccelli non erano propizi a Galileo. Abbiamo già visto
          che  quelli  che  svolazzavano  nell’atmosfera  rappresentavano  una  grave
          difficoltà  quando  si  trattava  di  difendere  il  movimento  diurno  della

          Terra.  E  se  nella  Giornata  seconda,  a  conclusione  della  sua
          argomentazione risultava che «quanto al seguir la [rotazione della] Terra,

          gli  uccelli  non  v’hanno  a  pensare,  e  per  questo  servizio  potrebbero
          dormir sempre»,        208  resterebbe da vedere come se la sbrigano per volare

          alla  frontiera  tra  l’aria  costiera,  sospinta  dalle  montagne,  e  l’oceano
          all’equatore, dove l’aria non si muove con la Terra a 1000 miglia all’ora,

          bensì  resta  immobile  o  perlomeno  enormemente  rallentata.  Duro
          risveglio. Ma c’erano altri uccelli destinati a causargli diversi e più gravi

          problemi.
          Quando Galileo compì le sue scoperte astronomiche con il telescopio e
          divenne uno degli scienziati più famosi d’Europa, subito si scatenarono

          le  gelosie,  i  rancori  e  i  timori  di  ogni  genere  tra  alcuni  difensori  e



                                                           86
   81   82   83   84   85   86   87   88   89   90   91