Page 84 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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per la sua fluidezza resta in parte sui iuris e libero, rimane, tra le cose sullunari,
                   nel quale noi possiamo riconoscere qualche vestigio ed indizio di quel che faccia
                   la Terra in quanto al moto o alla quiete.»    196


          In  altre  parole,  l’elemento  acqua  non  è  parte  dello  stesso  sistema

          dell’elemento terra.       197  Il moto diurno è naturale solo all’elemento terra,
          non però all’elemento acqua. Questa non lo possiede per natura, ma è

          particolarmente  capace  di,  conservare  il  movimento  ricevuto.                      198  Come
          ho  già  detto,  H.I.  Brown  sviluppò  questi  punti  nel  1976,  così

          concludendo:


                   «Non c’è incongruenza tra la teoria delle maree di Galileo e la sua teoria della
                   conservazione del movimento, ma anzi la sua teoria delle maree fa uso esplicito
                   della sua teoria della conservazione del movimento».        199


          La  concezione  elementare  del  mondo  sublunare  sarebbe  dunque,

          secondo  questa  tesi,  la  componente  che  conferirebbe  coerenza  al
          pensiero  di  Galileo  liberandolo  dalle  apparenti  contraddizioni  tra  la

          seconda  e  la  quarta  giornata.  Si  rischiarano  così  le  nostre  idee  e
          scompaiono  quei  piccoli  rumorini  che  la  confusione  faceva  risuonare

          nella  nostra  testa?  Purtroppo  no.  Per  triste  che  sia,  Desdemona  non  si
          salva.  Pur  accettando  che  la  flagrante  contraddizione  denunciata
          scompaia se ammettiamo che Galileo sostiene una teoria degli elementi

          con  proprietà  dinamiche  diverse,  non  abbiamo  ancora  risolto  tutti  i
          problemi.  Questa  tesi  rende  logicamente  non  contraddittoria,

          concettualmente accettabile, la teoria galileiana delle maree – al prezzo
          di  un  certo  conservatorismo,  questo  è  chiaro.  Ma,  ovviamente,  questa
          non è l’unica proprietà che una teoria fisica deve avere per poter essere

          accettata: essa deve rispondere anche ai dati di fatto che vuole spiegare.
          E la teoria delle maree di Galileo da questo punto di vista è ben lungi

          dall’essere soddisfacente.
          In primo luogo, benché il ragionamento relativo al modello geometrico

          appaia chiaro, non è facile trasferirlo al modello fisico della Terra. Se
          riesumiamo le poche cifre che Galileo fornisce nel corso del Dialogo, ci

          troviamo a disporre di dati alquanto vaghi ma sufficienti per compiere
          pochi calcoli. Nella seconda giornata si dice che la velocità di rotazione

          dell’equatore  terrestre  è  un  po’  meno  di  1000  miglia  all’ora.                      200   Se
          arrotondiamo,  abbiano  che  la  circonferenza  all’equatore  è  di  24.000

          miglia  e  di  conseguenza  il  raggio  terrestre  è  di  3820  miglia.  D’altra



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