Page 85 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
P. 85

parte,  nella  terza  giornata  Galileo  afferma  che  il  raggio  dell’orbita

          terrestre è di 1208 raggi terrestri.          201  Di conseguenza, l’orbita terrestre ha
          un raggio di 4.614.560 miglia e una circonferenza di 28.989.825 miglia,

          il che dà una velocità di rivoluzione della Terra attorno al Sole di 3309
          miglia all’ora.     202  Ciò vuol dire che, in un momento della notte, quando si

          sommano  le  velocità  di  rivoluzione  (3309  miglia/ora)  e  di  rotazione
          (1000  miglia/ora)  il  mare  avrà  una  velocità  assoluta  o,  come  dice

          Galileo, un «movimento assoluto» di 4309 miglia/ora. A mezzogiorno,
          però, la velocità di rotazione deve sottrarsi a quella di rivoluzione, il che
          dà  una  velocità  assoluta  di  2309  miglia/ora.  All’alba,  poi,  dovrebbe

          verificarsi una frenata di 2000 miglia/ora e al tramonto una accelerazione
          equivalente. La quale accelerazione non è certo una minuzia, e non si

          vede perché produca solo il flusso e riflusso del mare anziché maremoti
          e altri disastri geologici. Verrebbe da pensare che Galileo non abbia fatto

          i calcoli più elementari, ma anche questo non è del tutto certo, poiché ci
          dice  che  la  velocità  annua  della  Terra  è  tre  volte  maggiore  della  sua

          velocità  di  rotazione  diurna.         203   Curiosamente,  però,  menziona  questo
          dato di fatto per spiegare il periodo mensile delle maree, senza alludere

          alle conseguenze che ha per il periodo diurno.                    204  Tuttavia, non si tratta
          tanto del fatto che Galileo abbia o no compiuto i calcoli più elementari:

          ciò che importa è che abbia accantonato le conseguenze d’osservazione
          più  dirette  del  suo  modello.  Se  accettiamo  la  sua  formulazione

          qualitativa della teoria, appare pertinente il commento di Shea:


                   «Ne consegue direttamente che l’alta marea dovrebbe verificarsi a mezzogiorno,
                   il momento di maggiore rallentamento, e la bassa marea a mezzanotte, quando
                   l’accelerazione è massima. Galileo non parla mai di questa ovvia conseguenza
                   della propria teoria». 205


          Non ha senso insistere una volta ancora sui numerosi errori e carenze

          della  teoria  galileiana  quando  la  si  confronti  con  i  dati  di  fatto  noti
          all’epoca, che del resto riporto perlopiù nelle note. Certo è che Galileo
          ignorava, nelle due accezioni del termine, vale a dire che disconosceva e

          accantonava,  dati  di  osservazione  elementari  del  fenomeno  delle

          maree.   206   Più  ancora,  ne  era  consapevole  ma  non  sembrava
          preoccuparsene  eccessivamente,  convinto  com’era  che  il  suo  modello
          spiegasse la «vera e primaria causa» del flusso e riflusso del mare, e non

          era  disposto  a  discostarsene  per  ragioni  di  dettaglio  ancorché  grandi




                                                           85
   80   81   82   83   84   85   86   87   88   89   90