Page 91 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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«V.S. lo vedrà stampato in più luoghi e lingue; et a punto per ciò fare ci voleva
                   l’ordinaria persecutione di tutte l’opere buone».     220




          La verità che brucia



          La storia però non finì così. Galileo ha dovuto subire varie riabilitazioni.

          Come  ho  già  notato,  monsignor  Bernard  Jacqueline  ci  dice  che  «la
          memoria  di  Galileo  fu  riabilitata  nel  1734».  Le  opere  che  difesero  la
          teoria  copernicana,  come  il  Dialogo,  dovettero  aspettare  un  altro  po’,

          fino al 1757, e l’autorizzazione a insegnare tale teoria fu concessa solo
          nel 1822. Per limitarci al secolo XX, già durante il Concilio Vaticano I si

          levò qualche voce che proponeva un «omaggio riparatore alla memoria
          di  Galileo».  Nel  1968,  il  cardinale  König  parlò  esplicitamente  di  una

          riabilitazione di Galileo,        221  ma l’atto di «riabilitazione di Galileo», che
          in  questi  ultimi  anni  ha  fatto  periodicamente  la  propria  comparsa  sui

          nostri mezzi di comunicazione, si deve indubbiamente a Giovanni Paolo

          II. 222
          Nel  1979,  alla  Pontificia  Accademia  delle  Scienze,  Giovanni  Paolo  II

          iniziò  l’operazione  mediatica  con  cui  invitava  teologia,  scienziati  e
          storici ad approfondire il caso Galileo.
          Si trattava di giungere a una:


                   «onorevole  soluzione,  uno  stato  d’animo  propizio  alla  composizione  onesta  e

                   leale dei vecchi contrasti».  223


          Un punto di partenza dal quale risultava con chiarezza che non si trattava
          semplicemente di giudicare e valutare i propri «errori». Le espressioni

          «leale  riconoscimento»,  «onorevole  soluzione»,  «onesta  e  leale»,
          sembrano indicare che, nel migliore dei casi, ci troveremo di fronte a un
          accomodamento  e  preannunciano  il  risultato  che  si  ricaverà

          dall’«approfondimento» del problema. È ovvio che un’indagine obiettiva
          potrebbe  dare  come  risultato  la  mancanza  di  onorabilità  di  una  delle

          parti. Di fatto risulta quanto mai sorprendente che il papa abbia proposto
          tale indagine alla Pontificia Accademica delle Scienze, come se il «caso

          Galileo»  non  fosse  mai  stato  studiato.  Pare  che  i  risultati  delle
          investigazioni  finora  pubblicate  dai  ricercatori  più  competenti  non
          sembrino  adeguati  per  «una  soluzione  onorevole»,  cosa  che  può  darci

          un’idea dei limiti che circoscrivono a priori l’ipotetica soluzione.



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