Page 94 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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Scrittura  deve  essere  interpretata  correttamente.  E  il  papa,
          contestualizzando  la  citazione,  dice  che  Galileo  afferma  essere

          necessario  che  «i  saggi  espositori  ne  produchino  i  veri  sensi».
          Naturalmente, dal Concilio di Trento fino a Giovanni Paolo II, la Chiesa

          ha ben chiaro chi siano quei «saggi espositori». Però, come ho detto, i
          «saggi» autorizzati erano precisamente il papa e i teologi contemporanei

          di Galileo. Accettiamo che possano aver sbagliato, dal momento che a
          dirlo è il papa. Ma ciò non implica forse che anche il papa attuale può

          incorrere in errore? È chiaro che in questo caso i papi sono alle prese con
          un grave problema.
          La Scrittura può sempre essere nel giusto in uno di due modi: o perché

          l’interpretazione  che  ne  viene  data  è la  verità,  e  quindi  chiunque  dica
          cose  diverse  è  in  errore;  oppure,  perché  qualsiasi  altra  affermazione

          posteriore,  che  si  abbia  ragione  di  ritenere  vera,  era  in  realtà  già
          contenuta nella Scrittura interpretata correttamente.
          Quando la Chiesa cattolica ha avuto sufficiente potere, come al tempo di

          Galileo, si è avvalsa della prima possibilità e l’ha imposta con la forza.
          Ma quando la Chiesa monopolizza l’interpretazione, la Scrittura si limita

          a dire quel che vuole la Chiesa. Come dire che, per sapere quel che dice
          la  Bibbia  senza  il  rischio  di  commettere  un  errore  fatale,  la  migliore

          soluzione  consiste  nell’interrogare  la  Chiesa  e  non  leggere  il  libro.  È
          realtà  ben  noto  che  effettivamente  la  lettura  delle  Scritture  è  molto

          diffusa  tra  i  protestanti,  ma  non  altrettanto  tra  i  cattolici,  che  tuttavia
          vengono indotti ad accettare in massa il catechismo. Il che equivale in
          ogni caso, come risulta ovvio, a prescindere dal libro che, pur essendo

          considerato parola rivelata, perde ogni protagonismo e in pratica viene
          accantonato.

          Quando  non  ha  avuto  un  potere  sufficiente  per  imporre  questa  prima
          possibilità, come accade al giorno d’oggi, la Chiesa cattolica ha fatto e fa

          ricorso  alla  seconda:  l’interpretazione  allegorica  della  Bibbia,  che
          permette di leggerne quel tanto che basta per adeguarla alle teorie vigenti

          e accettate da un punto di vista razionale. Si potrebbe pensare che questa
          situazione non possa durare in eterno, in altre parole che una volta che si
          sia fatto dire allo stesso libro varie cose diverse e tra loro incompatibili,

          non si possa pretendere di continuare in questo atteggiamento e che si
          debba ammettere che è meglio lasciar perdere il libro. La soluzione che,

          a  quanto  pare,  continua  ad  avere  corso  e  che,  comunque,  la  Chiesa
          cattolica insiste a utilizzare, consiste nell’affermare la verità indiscutibile



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