Page 78 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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supererebbe  la  gravità,  ma  neppure  si  porrebbe  sullo  stesso  piano
          concettuale  di  questa.  Sviluppando  queste  tesi,  Koyré  formula  la

          domanda precedente in termini che credo più plausibili. Afferma infatti
          che mentre Galileo:



                   «spiega ciò che è a partire da ciò che non è, Descartes e Newton si spingono più
                   lontano: le loro fisiche spiegano ciò che è a partire da ciò che non può essere;
                   esse spiegano il reale con l’impossibile […] In effetti, questo impossibile, vale a
                   dire il movimento inerziale in linea retta, è in certo qual modo meno impossibile
                   per Newton o per Descartes di quanto non sia per Galileo. O, se si preferisce,
                   l’impossibilità  di  questo  movimento  non  è  la  stessa:  non  ha  la  stessa
                   struttura». 184


          Molto più recentemente, Chalmers e Nicholas hanno insistito su questo
          punto,  affermando  che  non  si  tratta  di  una  limitazione  di  carattere

          psicologico,  del  fatto  che  Galileo  non  avrebbe  potuto  immaginare  un
          movimento  inerziale  rettilineo;  si  tratta,  dicono,  ben  più  di  ciò  che  è

          possibile  nel  contesto  teorico  sviluppato  da  Galileo:  se  eliminiamo  la
          gravità, restiamo senza alcuna teoria.             185

          C’è un’altra ragione fondamentale, connessa alla precedente, del perché
          Galileo  non  sia  giunto  alla  formulazione  del  principio  di  inerzia

          rettilineo. I corpi della fisica galileiana sono corpi geometrici, euclidei,
          ma,  come  ho  detto,  possiedono  una  proprietà  fisica,  la  gravità.  Sono

          assai più corpi archimedei. Ciò può collegarsi al fatto che Galileo non
          approda  alla  geometrizzazione  dello  spazio,  per  giungere  a  una

          conclusione di Chalmers e Nicholas che coincide perfettamente con ciò
          che siamo andati fin qui sviluppando.


                   «Siamo  d’accordo  con  Koyré  circa  il  fatto  che  Galileo  non  accettò  la
                   “geometrizzazione totale dello spazio” e che per Galileo spazio fisico e spazio
                   euclideo differiscono “proprio come una superficie sferica differisce da un piano
                   geometrico”.  In  generale  si  ammette  che  nel  Dialogo  Galileo  mantenga  la
                   concezione  di  un  universo  finito,  sferico,  limitato,  che  è  incompatibile  con  la
                   identificazione  dello  spazio  fisico  e  di  quello  euclideo.  Se  accettiamo
                   quest’affermazione,  la  nostra  discussione  dimostra  qualcosa  di  diverso,  e  cioè
                   che la fisica del movimento dei corpi pesanti del Galileo maturo implica uno

                   spazio sferico, fisico, incentrato nella Terra.»   186


          Nelle prime battute del Dialogo, Galileo continua a parlare, come nel De
          motu, del «primo caos, dove confusamente ed inordinatamente andavano

          indistinte  materie  vagando»  per  ordinare  le  quali  la  natura  «molto



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