Page 73 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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quali  appaiono  nel  Dialogo  e  che  sono  considerati  caratteristici  di
          quest’opera. Questo però dovrà essere un passo successivo che supera di

          gran  lunga  lo  spazio  che  possiamo  dedicargli  in  questa  sede.  Bastino
          pertanto alcune brevi indicazioni in merito.

          Per  cominciare,  dirò  subito  che  la  prima  cosa  che  a  mio  giudizio
          dobbiamo  evitare  è  di  esagerare  la  portata  dei  dubbi,  ambiguità  e

          contraddizioni  segnalati,  come  potrebbe  indurre  a  fare,  in  un  primo
          momento,  l’analisi  puntuale,  focalizzata  e  distaccata,  da  me  fatta.

          Sarebbe  assurdo  ritenere  che  il  persistere  di  queste  idee  in  Galileo  lo
          riporti  o  lo  collochi  allo  stesso  stadio  in  cui  si  trovava  Copernico.  Il
          problema  non  manca  di  interesse,  ma  non  può  essere  affrontato  in

          termini assoluti. Non credo che, se la mia analisi è esatta, Galileo abbia
          perduto  neppure  un  briciolo  di  «modernità»  o  che  la  sua  opera  abbia

          cessato di costituire una rottura con la cosmologia classica. Al contrario,
          ritengo che semplicemente ne risulti un Galileo più reale, più credibile,
          meno sottoprodotto automatico di filosofie della scienza.

          Più feconda mi sembra l’idea che il Dialogo contenga, in un certo senso,
          la storia del suo pensiero, che in buona parte ricalcherebbe la storia della

          fisica fino a lui. «Per questa ragione – dice Koyré –, a poche pagine di
          distanza ci imbattiamo in ragionamenti appartenenti e tappe e a livelli di

          pensiero assai diversi.»         166  È non solo possibile, ma anzi assai probabile

          – e in certi momenti ci consta che sia proprio così – che Galileo abbia
          raccolto  pagine  scritte  in  epoche  diverse  riunendole  nel  Dialogo.
          Dicendo  questo,  non  sto  cercando  in  alcun  caso  una  scappatoia  alle

          ambiguità e contraddizioni indicate. Do per certo che Galileo abbia preso
          in  attento  esame  tutti  quei  possibili  materiali,  i  quali  rifletterebbero  in

          questo  senso  il  suo  pensiero  al  momento  della  pubblicazione.  Ritengo
          però piuttosto che Galileo fu il protagonista della riconversione teorica
          che tradizionalmente gli è stata attribuita; che formulò effettivamente, e

          nitidamente, un nuovo concetto di movimento, radicalmente diverso da
          quello aristotelico e, con ciò, princìpi basilari della nuova fisica come

          quello  di  composizione,  indipendenza,  conservazione  o  relatività  del
          movimento  o  dei  suoi  componenti,  come  pure  il  concetto  di  sistema

          inerziale;  e  che  tuttavia  questa  rottura  e  conversione  intellettuale  non
          implichi  l’abbandono  definitivo  di  schemi  o  livelli  di  pensiero

          precedenti,  più  antichi.  È  questo  che  gli  avrebbe  permesso  di  riunire
          materiali che noi consideriamo difficilmente compatibili. Quel che non





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